Il caso delle violenze sulle ginnaste della Nazionale italiana si allarga a macchia d’olio, dopo le prime due denunce, ne arriva anche un’altra da parte di una mamma di due giovanissima atleta. Ora il caso è arrivato anche sulla scrivania del ministro Andrea Abodi, che domani incontrerà il presidente del Coni Giovanni Malagò.
Il vaso di Pandora, è ormai aperto, e la denuncia di due due ex ‘farfalle’ della Nazionale italiana di ginnastica artistica, è diventata di dominio pubblico. Attraverso il quotidiano Repubblica, Nina Corradini e Anna Basta hanno infatti raccontato umiliazioni, costrizioni e pressioni subite quando frequentavano l’Accademia di Desio (Monza e Brianza), sopratutto per quanto riguarda il mantenimento del peso.
Le due ragazze hanno raccontato del clima infernale che sono state costrette a sopportare. “Insulti se non dimagrivo, per questo sono scappata dal calvario della ginnastica ritmica” hanno raccontato al quotidiano. La Federginnastica aveva chiesto alla procura federale di fare luce sottolineando che “la Fgi non tollera alcuna forma di abuso ed e’ sempre al fianco di tutti i propri tesserati“.
Entrambe hanno lasciato lo sport e con i loro sfoghi pubblici hanno aperto la strada alle denunce di altre atlete di ginnastica ritmica. Nina Corradini ha anche aperto una rubrica social, ‘Non siete soli‘, per sensibilizzare i giovani su questo argomento anche in relazione al disturbo del comportamento alimentare. Anna Basta ha rivelato di essere persino arrivata a pensare al suicidio e, anche per questo motivo, di avere deciso con l’amica Nina di “non stare più zitte“.
Vista la gravità dei fatti, soprattutto per la giovane età delle ragazze e la violenza con cui sono state trattate, è intervenuto il ministro dello sport Andrea Abodi che ha convocato per il 2 novembre nella sede del ministero, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi, per affrontare il tema e capire come sia stato possibile arrivare ad un punto tale, sopratutto in ambito sportivo. Si chiede a gran voce un provvedimento per la sicurezza di tutte le atlete e dei giovani che approcciano allo sport, anche alla luce di un nuovo esposto da parte della mamma di una giovanissima delle “farfalle”.
Dopo la denuncia delle ex atlete Nina Corradini e Anna Basta infatti, stanno venendo fuori nuove terribili storie di vessamenti e violenze psicologiche. L’ultimo esposto è quella della madre di due sorelle, giovanissime atlete di ginnastica ritmica, che negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Brescia ha denunciato i presunti maltrattamenti psicologici subiti dalle figlie da parte degli allenatori della palestra che frequentavano le minori. Fino a quando i genitori hanno deciso di ritirarle. La madre delle due atlete non ha fatto nomi, ma ha acceso i riflettori sul disagio vissuto in palestra dalle ginnaste.
La donna ha raccontato delle fissazioni per il peso che le ragazzine sarebbero state costrette a rispettare, dalla prova della bilancia in mutandine e senza possibilità di sgarrare, alle umiliazioni davanti ad esercizi svolti non in modo impeccabile. L’esposto è stato poi trasmesso in Procura e ora si trova sul tavolo del pubblico ministero Alessio Bernardi, del dipartimento dei soggetti deboli. Con il Procuratore, Francesco Prete, che sta seguendo gli sviluppi in attesa delle relazioni della Squadra Mobile bresciana.
“Per ora non possiamo dire nulla” ha detto la madre della 15enne parlando al telefono con l’ANSA. A parlare però è anche un’altra mamma che ha raccontato il calvario di sua figlia 13enne a ChangeTheGame, associazione che protegge atlete e atleti dagli abusi nello sport.
“A 13 anni, mia figlia ha sperimentato l’abuso emotivo, il bullismo e l’isolamento da parte della sua istruttrice. Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte alle compagne, allo scopo di demolirne l’autostima, a tal punto da farla smettere” ha commentato leggendo le denunce che si susseguono nel mondo della ginnastica artistica.
“Mai avrei immaginato che chi insegna sport potesse abusare del suo ruolo. Lo sport forma il carattere, non lo distrugge” ha concluso amaramente. Ci si augura che questa sia solo l’ultima delle denunce anche se è molto probabile che sia soltanto l’inizio.
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