Le polemiche non si placano. La norma anti rave contenuta nel primo decretone del governo Meloni ha creato sconquasso. Se ne chiede il ritiro o quantomeno la modifica. “In sede di conversione va fatta decadere, norma ridicola”. Duro, severo, tranchant l’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’ Unione delle Camere Penali Italiane, lo dice in un’intervista esclusiva a Free.it.
“Piantatela di chiamarla norma anti-rave. È una radunata sediziosa aggravata. Intercettazioni consentite anche per i semplici partecipanti. Ecco cosa succede quando le norme penali le facciamo scrivere ai prefetti di polizia. Non scherziamo con il fuoco”.
Già su Twitter, a caldo, il cassazionista di fama e presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane Gian Domenico Caiazza, aveva criticato aspramente la norma, ribattezzata anti rave, voluta dal governo Meloni e contenuta nel primo decretone di questo nuovo esecutivo.
Le scene di Modena, dove si consumava il rave non autorizzato che la mediazione delle forze dell’ordine ha portato a conclusione senza la necessità di sgomberare forzatamente, avevano colpito l’immaginario collettivo. Il governo, introducendo una nuova norma e soprattutto un nuovo reato, viaggia in scia con la cronaca. Insorgono le opposizioni, i giuristi italiani la bocciano: la norma è pericolosa, liberticida, incostituzionale, e non è mirata all’organizzazione dei rave party.
Colpirà anche in altre occasioni. Il ministro dell’Interno sulle pagine del Corriere della Sera difende il proprio operato e garantisce che la norma verrà applicata solo per i rave. Ma tutto ciò sembra non bastare.
«Se necessario, la norma contro i rave party sarà resa più tipica, tassativa e puntuale nel corso del dibattito parlamentare per evitare disinterpretazioni che ne possano tradire il senso. L’intenzione è quella di colpire i rave, ossia situazioni in cui, soprattutto a causa del largo uso di sostanze stupefacenti, si creano pericoli concreti per l’ordine e la salute pubblica». Così a Radio24 il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
“La norma sui rave è molto chiara. Certamente è circoscritta a questi eventi“, ha dichiarato invece il il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, esponente di Forza Italia, a Rainews24. “Il decreto viene emesso dal governo, il Parlamento che deve convertirlo può migliorarlo, può definire meglio il campo. Il decreto può essere migliorato ma non sarà ritirato”, ha poi aggiunto Gasparri.
“Non entro in meriti politici, non è il mio compito, ma in sede di conversione mi auguro che il decreto venga ritirato, la norma è ridicola“. Lo ha detto in ESCLUSIVA a Free.it l’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane.
Avvocato Caiazza, il suo è uno dei pareri più rincorsi della giornata. Tutti, giuristi compresi, contro la norma anti rave. Ci dice con schiettezza cosa ne pensa?
“Norma scritta malissimo e inutile. Tutti i comportamenti che immaginiamo connessi ai rave sono già coperti da figure di reato esistenti. Si è compiuto l’ennesimo esempio di norma usata a beneficio dei titoli di giornali, con una modalità tipicamente populista”.
L’hanno definita anche pericolosa, concorda anche su questo?
Sì, è pericolosa perchè ha la finalità di punire qualunque raduno dove si ritrovino più di 50 persone, raduno non autorizzato ovviamente, e che abbia connotazioni di pericolosità. Ma chi decide quale sia la pericolosità? La valutazione a questo punto diventa soggettiva e affidata alle forze di polizia, che nel frattempo magari segnalano alla pubblica autorità. Poi per carità sarà il giudice a stabilire l’esistenza del reato, ma intanto la segnalazione è avvenuta. Pensiamo a quanto potrebbe accadere in una scuola, in un’università…E se non sbaglio, tutti i giuristi del nostro Paese in queste ore, stanno dando giudizi negativi alla norma”.
Eppure si è trattato del primo passo esecutivo dell’era Meloni, una sorta di biglietto da visita?
“Non si è trattato assolutamente di un buon inizio. Anzi. Inizio infelice e propagandistico. Io mi chiedo, chi scrive queste norme? Dietro mi pare ci sia un misto esplosivo, compresa l’incompetenza tecnica. Non si può e non si deve continuare sulla strada del populismo penale…Usare il diritto penale per rispondere a fatti di cronaca, mandare un messaggio all’opinione pubblica. Questo è un modo populista di usare lo strumento penale. Le aggiungo un elemento di riflessione se vuole…”
Ovviamente sì. Aggiunga pure avvocato Caiazza.
“La norma anti rave contenuta nel decreto prevede una pena fino a 6 anni di reclusione, e il ricorso alle intercettazioni, sul quale la maggioranza ha risposto, che su questo non si interverrà. Peccato che esista già una norma prevista dal codice di procedura penale, che prevede che le intercettazioni si possano usare, quando la pena sia superiore a 5 anni. Quindi? Come la mettiamo?
Le ripropongo la questione avvocato Caiazza: c’è stato dolo nella stesura di questa norma da parte del governo?
“Io su questo non entro. Non mi competono critiche o annotazioni politiche, mi soffermo sull’ambito tecnico e di certo mi dispiace anche per l’esordio del ministro Nordio, che in qualche modo ne ha fatto le spese”.
Come potrebbe uscirne il governo?
“Mi auspicherei che in sede di conversione del decreto tutte le critiche vengano recepite o ascoltate. Ma credo anche che l’unico modo di uscirne davvero sia quello di ritirare la norma, far decadere il decreto che la contiene. Ma…”
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