Dopo il rave di Halloween organizzato in un capannone abbandonato alla periferia di Modena, il nuovo governo ha confezionato un nuovo decreto. L’hanno chiamata la norma anti-rave ed è stata presentata già lunedì durante il primo Consiglio dei Ministri. Sei anni per chi partecipa a un rave, ma in realtà nel dispositivo ci sono regolamentazioni che si applica a ben altre situazioni. A Free.it il giurista Ugo Mattei.
Sulla Decreto rave voluto dal neo Ministro Piantedosi, si è già acceso lo scontro politico. In realtà, però, ad osteggiare questo dispositivo non sono solo i leader dei partiti, ma anche giuristi e tecnici del diritto, secondo cui la norma è liberticida e anticostituzionale. Ma perché? A cosa si applica?
Qual è il suo giudizio da giurista su questa norma?
“Intanto penso che sia una norma scritta veramente da cani. Da tecnico del diritto penso che non l’avrebbe scritta peggio nemmeno uno studentello del primo trimestre del primo anno di giurisprudenza. Per farle un esempio: nel testo si parla di “terreni pubblici altrui”. Chissà come fa un terreno pubblico ad essere altrui. Si sa che i terreni pubblici non può essere altrui. E già questo è un concetto e una espressione veramente strampalata.
Dal punto di vista del contenuto, è una norma molto pericolosa. Intanto perché è scritta molto, inoltre perché è chiaro che hanno colto la palla al balzo del rave. Poteva essere represso in altro modo molto più adeguato e invece hanno introdotto una norma che è, di fatto, un attacco al principio costituzionale fondamentale. Quello per cui le manifestazioni, le riunioni in un luogo privato anche aperto al pubblico non richiedono alcuna autorizzazione”.
Cosa dice la Costituzione, nello specifico?
“La nostra Costituzione dice che è libera la riunione in modo pacifico anche in luoghi privati ma aperti al pubblico senza dover dare il preavviso. Il preavviso è necessario solo se si riuniscono in luoghi pubblici. Quindi in questo senso questa norma stride chiaramente con il dispositivo costituzionale. Perché obbliga alla richiesta di una autorizzazione là dove la Costituzione non la richiede affatto. Penso a uno spazio privato abbandonato, luogo privato aperto al pubblico, non cintato, che diventa oggetto di autorizzazione. Ed è sanzionabile penalmente chiunque ci vada a fare qualcosa sopra”.
A cosa si potrebbe applicare questa norma, al di là dei rave?
“La norma è scritta male, è incostituzionale in più è pensata come un’arma abbastanza forte per gestire i problemi di macelleria sociale che avverranno nei prossimi mesi. Si sarebbe potuta applicare perfettamente a tutti i raduni dei no vax, per esempio. O dei no green pass. Addirittura tutte le piazze che sono state convocate in questi mesi potevano essere sanzionate per non aver dato i preavvisi.
E ciò succede spesso, soprattutto nelle stagioni calde. Ma questa norma si potrebbe benissimo applicare anche per le scuole occupate, per i centri sociali, per le associazioni cittadine. È una norma antidissenso, che si applica alle manifestazioni politiche e non che creano discussione e confronto. È questa la vera natura fascista di questa norma. Fascista nel senso tecnico del termine, nel senso che si oppone a un principio costituzionale”.
Quindi, lei cosa pensa?
“La sensazione che ho è che con una mano abbiano fatto il reintegro dei sanitari non vaccinati per dare una carota al movimento che si era opposto ai vaccini e ai green pass. Con l’altra mano hanno fatto una norma per dire reprimere duramente le manifestazioni anche spontanee. Questa è una gestione dell’immediato che al nuovo governo fa gioco. Perché da un lato segnano le distanze dalla gestione precedente sul piano, per esempio, della gestione del Covid, dall’altro si preparano a un inverno caldissimo. È una norma preventiva contro le manifestazione contro il governo.
Onestamente, sei anni di reclusione per aver partecipato a una rave anche solo se fosse legata ai rave sarebbe folle. Se un ragazzo va sballarsi una sera, poi si becca sei anni? Stiamo scherzando. Penso che questi signori al governo vogliamo dimostrare di avere il pugno di ferro, di essere dei manganellatori. Pensandoci, forse hanno volutamente scritto con i piedi questa norma. Perché così può essere applicata in modo arbitrario”.
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