“Il berlusconismo si è evoluto in melonismo. Ma la trasformazione totale non è ancora avvenuta”. E’ l’analisi del professor Giovanni Orsina, politologo e storico italiano (direttore della School of Government Luiss Guido Carli) e tra i maggiori studiosi in Italia del “fenomeno” Silvio Berlusconi in esclusiva a Free.it Quali saranno le prossime mosse del Cav? Cosa è accaduto in queste settimane che hanno portato alla costruzione del nuovo esecutivo fino al giuramento di mercoledì a Palazzo Madama, dove il presidente di FI è tornato dopo lunghi 9 anni? Ne abbiamo discusso proprio col professor Orsina.
Chi ha rubato la scena a chi? Mercoledì 26 ottobre 2022. Il presidente di FI fa ritorno in aula a Palazzo Madama e tiene il suo discorso in dichiarazione di voto, prima della chiama per la fiducia al Governo Meloni.
“Una delle sue creature”, perchè prima ancora di parlare di politica estera il Cav ricorda ai parlamentari che siedono su quegli scranni che lui conosce meglio di tutti, di essere pur sempre lui il fondatore, l’ideatore del centrodestra. Di conseguenza se oggi l’Italia ha un presidente del Consiglio donna, il merito non può che essere di Berlusconi.
Alla fiducia e all’intervento di Berlusconi in Senato, non si è certo arrivati col vento in poppa. Mare a tratti agitato, poi la tempesta è finita in un bicchier d’acqua. Silvio Berlusconi non ha nel presente quella forza politica di un tempo, per cui dove potrebbe trovare una nuova casa fuori dal perimetro di questa maggioranza? Eppure lungo il cammino che ha portato Giorgia Meloni ad incassare la serena fiducia prima alla Camera poi in Senato, Berlusconi ha compiuto pure passi inspiegabili. Riferimento a quegli audio, poi diffusi da agenzie di stampa, in cui il Cav parlava dell’invasione russa all’Ucraina.
“Francamente non ci ho capito molto e non mi so dare una spiegazione di quegli audio“. Così il professor Giovanni Orsina, politologo e storico italiano (direttore della School of Government Luiss Guido Carli), che abbiamo intervistato in esclusiva per Free.it e al quale abbiamo chiesto di provare ad immaginare quali saranno le mosse del presidente di FI al fianco del Governo Meloni.
Professor Orsina, è tornato Berlusconi e pure il Berlusconismo?
“Ma direi che il berlusconismo evolve verso il melonismo, ma la trasformazione è soltanto all’inizio…Vede questa alleanza nata col presidente di FI ormai tanti anni fa, 28 come lui stesso ha ricordato mercoledì al Senato, è totalmente centrata su Berlusconi. E non ha prodotto eredi. Silvio Berlusconi ha una fortissima personalità, una convinzione marcata dei propri mezzi. Lasciare le imprese non può essere una sua idea. Lasciare la propria creatura a qualcun altro è impensabile, per lui…Un conto magari se si tratta degli eredi naturali, dei figli. Ma a estranei proprio no!”
Quindi Berlusconi non considera Giorgia Meloni una sua erede, eppure lei oggi governa col centrodestra il nostro Paese… Cosa è successo in questi anni?
“Abbiamo assistito ad un lento appassire della leadership di Berlusconi, a quel punto sono emerse le leadership alternative dalla periferia del suo impero politico. Non da FI ovviamente, proprio perchè Berlusconi lo impediva, ma da propaggini controllate. A Giorgia Meloni è riuscito quel che non è riuscito a Salvini nel 2019: spodestare il re. Ma come abbiamo ascoltato nei discorsi pronunciati nella due giorni di fiducia alle Camere, la neo premier va in continuità con Silvio Berlusconi su alcuni temi. D’altronde da dove crediamo arrivino tutti quei voti che l’hanno portata al 26%? Giorgia Meloni ha ereditato una parte dell’elettorato di FI“.
E allora tutte le diatribe delle ultime settimane? Non si è parlato d’altro che delle tensioni interne al centrodestra, del conflitto Meloni/Berlusconi…
“Questa coalizione non governava insieme dal 2011. I pesi politici interni, rispetto ad all’ora, sono cambiati del tutto. Quindi una fase di conflitto era fisiologica ed inevitabile. La sfida si è accesa e i rapporti di forza si sono fatti sentire. Chiaramente hanno pesato gli aspetti psicologici di cui discutevamo prima. Silvio Berlusconi è vero vale l’8% e Giorgia Meloni il 26%, ma il curriculum del Cav è quasi unico al mondo. E questo il presidente di FI, lo sa bene e fa fatica a metterlo da parte. Insomma Berlusconi gradirebbe tanto essere riconosciuto ancora per quel che ha fatto!”
E i dissidi interni a FI, falchi contro colombe, governisti contro antigovernisti, Tajani contro Mulè e Ronzulli…
“Ovviamente hanno pesato moltissimo, perchè in FI esistono cortigiani in attesa di una transizione che prima o poi si compirà”.
L’orizzonte di Berlusconi sarà pur ridotto, ma intanto cosa crede farà dentro la linea di governo?
“Ora giocherà al meglio la partita dei sottosegretari, poi di fatto Berlusconi non ha la forza politica di andare altrove e ne è consapevole. Di fatto una maggioranza alternativa non è possibile, non esiste. Ci saranno frizioni, qualche fibrillazione questo sì…Ma a meno di catastrofi esogene (spread e inflazione), questo esecutivo si terrà saldamente in carica fino alle europee…Poi si vedrà”
Professor Orsina, un’ultima curiosità. Lei ha fatto un’analisi per la quale gli eventi delle ultime settimane tutto sommato non l’hanno minimamente sorpresa. Ma c’è un elemento invece che ha fatto fatica ad inquadrare?
“Quegli audio che la stampa ha poi diffuso non li ho capiti. Non sono riuscito a spiegarmeli Hanno fatto male alla Meloni è vero, ma hanno fatto peggio a Berlusconi”.
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