Giorgia Meloni, neo Presidente del Consiglio, durante il discorso per la fiducia, ha parlato anche di Ucraina: i numeri del conflitto.
Giorgia Meloni comincia a fare i conti con la storia. Quella che lei ha riscritto grazie a centinaia di migliaia di voti, al punto da arrivare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un debutto tutt’altro che facile per le donne. Essere la prima Premier nella storia d’Italia durante quella che, come lei stessa ha definito nel discorso per la Fiducia a Camera e Senato, sarà una tempesta – tra aspettative e cose da fare – non è semplice.
Anche perché – citando ancora una parte del discorso – rompere il tetto di cristallo che determinati paradigmi e pregiudizi hanno imposto finora non sarà un’impresa da poco. Occorre “fare” senza “tradire”, ha detto, in quello che per molti all’opposizione è sembrato un discorso “intriso di retorica” senza alcuno spunto programmatico. Meloni, invece, qualcosa ha scandito a chiare lettere.
Giorgia Meloni, rebus Ucraina: il conflitto è un boomerang per l’Italia
Parole che risuonano come un campanello d’allarme nella Comunità Europea: “In Europa non farò la cheerleader – sottolinea – l’Italia non cederà al ricatto di Putin”. Stoccata che serve – insieme alla precisazione che rivendica qualunque tipo di avversità per regimi autoritari: Fascismo compreso – a ribadire l’alleanza atlantica e a mettere sul piatto una questione sempre più annosa.
Il conflitto ucraino riguarda da vicino l’Italia. Non solo per le conseguenze umane, in termini di vittime ed eventuali ripercussioni, ma anche e soprattutto per risvolti economici: la situazione è delicata. I soldi del PNRR dovranno servire anche per tamponare rincari e inflazione dovuta al conflitto in essere.
Il metodo di gestione
Gli accordi presi in precedenza dovranno avere un seguito e soprattutto un’organizzazione programmatica: Meloni parla di “metodo”, riferendosi alla gestione pandemica, frecciate all’ex Ministro Speranza incluse, ma la strategia dovrà essere parte integrante anche per quest’altra questione che si dipana attraverso numeri importanti.
Nella fattispecie il conflitto ucraino è costato all’Occidente 1000 miliardi di dollari finora, cifra che ha cambiato la gestione degli equilibri finanziari a livello globale: in particolare, all’Italia, è toccato sborsare 200 miliardi di spese in più rispetto alla abituale tabella di marcia. Un conflitto non è mai prevedibile, ma deve diventare gestibile, perlomeno rispetto al portafogli: la questione non è solo concettuale e ideologica, ma anche e soprattutto economica.
Massimiliano Di Pace, corrispondente dell’Huffington Post, ha stimato un costo complessivo rispetto al conflitto di 180 milioni. Cifra che l’Italia dovrebbe versare nei mesi che verranno. Soldi che vanno a intaccare necessariamente quanto di buono auspicato anche grazie al PNRR e ai decreti aiuti. L’Italia attende i 14 miliardi stanziati dal Decreto Aiuti ter, erogato lo scorso settembre, che si sommano ai 50 miliardi precedenti per mitigare il prezzo del gas.
Costi e aspettative
Senza contare poi ulteriori 25 miliardi: il Decreto Aiuti quater. Lo Stivale, tuttavia, ha già elargito 150 milioni di aiuti militari e 510 milioni di aiuti finanziari. Il Parlamento ha inoltre deciso di aumentare la spesa militare di circa 1,2 miliardi l’anno. Costi che avranno un impatto sociale non indifferente: persino lo scostamento di bilancio potrebbe non essere sufficiente.
Meloni e l’Esecutivo sono alle prese con un salto nel buio: “Vedremo, alla fine di questa stagione, chi aveva ragione sulle nostre reali intenzioni”, chiosa il neo eletto Primo Ministro rispetto ad aborto e diritti civili. Ma qualcosa in più sulla guerra dovrà dirlo, anzi a parlare – prima di ogni cosa – dovranno essere i fatti e quei conti che, fino ad ora, non tornano.