Fermato e accusato di terrorismo internazionale un suprematista bianco di origini pugliesi. Era pronto a colpire in Italia. Scoperti legami con gruppo neonazista americano conosciuto come “The Base”
È stato arrestato su mandato della Procura antiterrorismo di Bari Luigi Pennelli, 23 anni di origini pugliesi considerato un cellula suprematista bianca in Italia. L’uomo aveva contatti diretti con il gruppo terroristico neonazista americano, The Base, nonché alcuni dei protagonisti dell’assalto a Capitol Hill.
Un terrorista in piena regola in grado di colpire anche lo stesso paese dove viveva, l’Italia. Il 23enne, secondo le parole del Gip Paola de Santis: “incarna perfettamente la figura del lupo solitario”. L’accusa per l’estremista bianco è di terrorismo internazionale. A casa gli agenti delle forze dell’ordine hanno rinvenuto un’arsenale di armi.
Parole di odio nei confronti di migranti, donne e avversari che Pennelli considerava: “esseri inferiori di merda che vanno uccisi”. L’arresto è avvenuto stamattina e secondo l’indagine condotta dal procuratore Roberto Rossi, in coordinamento con il pm aggiunto Francesco Giannella e il sostituto procuratore Eugenio Abbadessa, il terrorista si era avvicinato all’associazione suprematista bianco amaericana (The Base, 131 Crew Nationalist social club) on line.
Luigi Pennelli, arrestato suprematista bianco: pronto a colpire l’Italia
Il suprematista pugliese Luigi Pennelli arrestato questa mattina aveva stretto legami direttamente con Rinaldo Nazzaro, il terrorista americano considerato il capo e fondatore di The base, associazione terroristica internazionale vicina ad Al Qaeda. L’Fbi descrive l’associazione come: “Un gruppo estremista violento a sfondo razzista”.
Fondata nel 2018, The Base ha come obiettivo quello di stabilire uno Stato etnico bianco, incitando alla guerra razziale e ad accelerare la caduta del governo Usa. La crew terroristica recluta e addestra i suoi adepti on line e tra di loro diversi sono gli autori di tragedie avvenute recentemente.
Arresto Luigi Pennelli, armi e propaganda
Secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte dalla Digos di Bari, il 23enne Pennelli, aveva dato il via libera a colpire anche in Italia. Le forze dell’ordine hanno trovato a casa del terrorista diverse armi: una carabina ad aria compressa, due balestre, degli archi con le frecce e delle mazze da baseball, tutti arrecanti simboli neonazisti. Le comunicazioni tra la cellula e l’associazione terroristica avvenivano on line attraverso il canale Telegram. Nella messaggistica il volto di Pennelli appariva coperto da una maschera da pagliaccio.
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