Marco Ballotta è l’ex portiere finito nei guai per una vicenda che riguarda problemi economici: cosa è accaduto all’ex giocatore e come è riuscito a venirne fuori.
Un passato in Serie A trascorso fra Bologna, Inter, Lazio, Modena e Parma, ora è il momento di analizzare cosa è accusato per motivi di natura economica. L’ex estremo difensore è fra le persone minacciate e raggirate da alcuni esponenti coinvolti nell’operazione Radici contro la ‘Ndrangheta.
L’ex giocatore avrebbe cercato di risolvere un problema bancario mediante un intermediario, una operazione che si aggirerebbe intorno ai 250mila euro. Marco Ballotta sarebbe stato vittima di una minaccia, con tanto di aggravante mafiosa, contestata proprio nell’inchiesta che ha portato a 23 misure cautelari.
Al centro della vicenda c’è un episodio per il quale sarebbe accusato Giovanni Batista Moschella. L’uomo è ritenuto dagli inquirenti persona vicina alle famiglie di Mancuso di Limbadi e Piromalli di Gioia Tauro. Proprio Ballotta avrebbe incontrato l’uomo in uno studio commercialista di Modena a causa di una crisi patrimoniale dopo lo stop al calcio giocato.
Ballotta si sarebbe recato presso un esperto per concludere al meglio una posizione debitoria con un intermediario bancario. A quest’ultimo sarebbe spettato un compenso per trattare con la banca, con pagamento di circa 5mila euro. E proprio Moschella si sarebbe così espresso: “Vuoi che faccio arrivare qualcuno… stai attento“. L’ex portiere avrebbe così parlato con la Guardia di Finanza e annunciato di aver preso coscienza della vicinanza dell’uomo a esponenti della criminalità organizzata. Per Moschella è stata intanto disposta la misura cautelare in carcere.
C’è quindi anche Marco Ballotta fra le persone raggirate. Tutto parte dal 2020 quando Ballotta cercò un intermediario per risolvergli il problema con una banca. Successivamente qualcuno indicò all’ex giocatore il nome di Giovanni Batista Moschella. In tal caso, inoltre, l’uomo contattò un mediatore creditizio, Roberto Radici, che chiese il pagamento di circa 5mila euro. Ballotta decise di pagare tutto, ma successivamente Radici sparì. A riportare la notizia è il quotidiano la Repubblica.
Nei mesi successivi, invece, Ballotta scoprì l’ufficio di Radici a Modena, poi la decisione di incontrarlo. Da lì partì una discussione, con tanto di alcuni pugni sferrati al petto da Moschella che intervenì poco dopo, con conseguenti minacce denunciate dall’ex portiere della Nazionale e di varie squadre di Serie A. Da quelle minacce Ballotta decise quindi di rinunciare al recupero dei soldi, parlando in seconda battuta con gli inquirenti.
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