Intervistato da Serena Bortone, il grande ballerino Luca Tommasini ha raccontato la storia molto toccante della sua infanzia e il difficile rapporto con il padre. Una storia che ha commosso i telespettatori.
Ospite a “Oggi è un altro giorno” il programma di Simona Bortone insieme alla mamma Lina, il coreografo e ballerino Luca Tommassini, ha ripercorso le tappe della sua brillante carriera, ma anche raccontato cose molto intime e toccanti della sua vita privata.
Luca Tommassini, la sua infanzia e la rivincita sulla vita
Nato a Roma, 52 anni fa, Tommassini è uno dei ballerini italiani più famosi al mondo. Con lui hanno ballato Madonna, ma anche Laura Pausini e Gerry Hallywell delle Spice Girls. Ha iniziato con la danza nella scuola di Enzo Paolo Turchi quando aveva 12 anni, ed ha subito cominciato a lavorare nel mondo dello spettacolo con grandi protagoniste come Lorella Cuccarini ed Heather Parisi.
Un Trampolino di lancio che lo ha poi portato al successo internazionale anche come coreografo. Ha lavorato come dicevamo con Geri Hallliwell e Madonna, ma anche con Kylie Minogue e Rachel Stevens. Tanti anche i programmi di cui ha curato la direzione artistica: da Carràmba! Che sorpresa ad Amici di Maria De Filippi, passando per il Festival di Sanremo e gli Mtv Music Awards oltre ai grandi concerti di Claudio Baglioni.
Luca Tommassini, dalla famiglia all’amicizia con grandi star
“Preferisco non definirmi sessualmente: sono fluido, oggi si dice così. Era difficile da bambino fare capire agli altri che avevo un pensiero libero” ha detto in una recente intervista. Negli anni Novanta ha avuto una relazione con Heather Parisi mentre recentemente si è vociferato di un presunto flirt con Ilary Blasi con cui ha trascorso una vacanza in Lapponia, anche se i due sono grandi amici da anni.
Ma è sul racconto della sua infanzia e sul rapporto con il padre che le sue parole sono state molto toccanti: “Usava molto le mani e mandò diverse volte mia madre in ospedale. Una volta mi tirò in faccia un posacenere di cristallo, di quelli anni 70, quadrati. Non parlai per settimane. Mi portarono da uno psicologo per superare questo mutismo: ovviamente di nascosto da mio padre. Il giorno che scoprì che mi ero iscritto alla scuola di ballo, venne a pranzo, per rimproverarci. Mia madre iniziò a difendermi. Lui stava urlando, prese una bottiglia d’acqua di vetro, la spaccò contro un muro e andò contro mamma. Io mi misi in mezzo e per la prima volta gli urlai in faccia: Vattene, vattene!’. Finché non se ne andò“