Il giorno della fiducia al Senato per il governo Meloni, passa attraverso la replica durissima del neo presidente del Consiglio. Gestione della pandemia tra scienza e religione, tetto al contante e la risposta tranchant al senatore, ex magistrato, Scarpinato. Torna a parlare in aula dopo 9 anni Silvio Berlusconi “FI al fianco dell’esecutivo. Convinti auguri per i prossimi 5 anni di lavoro”
Giorgia Meloni si prende la leaderschip del centrodestra. E lo fa durante la sua replica che anticipa la chiama per il voto di fiducia in Senato.
Silvio Berlusconi, dopo 9 anni in aula enuncia il suo intervento, ma rivendica la peternità del presente: se a capo del nuovo esecutivo, per la prima volta in Italia c’è una donna, lo si deve a chi 28 anni fa fondò FI. Il Cav non cede lo scettro, ma dichiara apertamente il voto di fiducia al governo Meloni al quale augura convintamente il meglio per i prossimi 5 anni.
L’intervento, attesissimo del presidente di FI, che fuori da Montecitorio è stato accolto dalla solita moltitudine di curiosi e giornalisti. Dalle 16 del pomeriggio la folla si assiepa e si divide in due ali davanti l’ingresso di Palazzo Madama. E’ già stabilito che Berlusconi parli in aula, non ci saranno parole al vetriolo, anche questo era ampiamente trapelato. Magari arriva l’ennesima sorpresa e il fondatore del centrodestra regalerà fuori dall’aula l’ennesimo fuori programma. Non sarà così. Bisognerà aspettare, per ascoltare il suo intervento, arriverà quando sono passate abbondantemente le 19.
Nel frattempo è ancora una volta l’ora di Giorgia Meloni. Dopo il discorso di ieri alla Camera, probabilmente era lecito attendersi una replica meno incisiva in Senato. Ma la neo premier stupisce, e tra chiarimenti, riposte agli interventi di oggi in aula, precisazioni e puntualizzazioni, inchioda gli astanti sugli scranni. Gli applausi a volte non saranno scroscianti come accaduto a Montecitorio, eppure in alcuni dei tanti passaggi del suo intervento, il presidente del Consiglio incide e colpisce dura.
Tra i momenti più determinanti quello in cui la neo premier chiarisce cosa nella gestione della pandemia non sia piaciuto e cosa evidentemente non si ripeterà nell’era Meloni “Noi abbiamo sempre riconosciuto il valore della scienza, ma non abbiamo condiviso decisioni prese senza il supporto di evidenze scientifiche, non abbiamo condiviso che si scambiasse la scienza con la religione. per esempio è stato un errore impedire ai ragazzi di 12 anni non vaccinati di non fare sport”. Ci sarà una controreplica a queste affermazioni, sarà materiale per una parte delle opposizioni e non solo.
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Tetto al contante. Tema del giorno, con l’agenda dettata si è detto tra addetti ai lavori, da Matteo Salvini e dalle riunioni quasi parallele della Lega. In aula Giorgia Meloni dice “In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell’evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan. ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd“. Qui gli applausi sono fragorosi e unanimi. Ovviamente nel centrodestra.
Ma la replica più forte, diretta e tranchant la neo premier la riserva la senatore Scarpinato, che negli interventi che hanno preceduto la replica di Giorgia Meloni, aveva, da buon ex magistrato del pool antimafia, proferito più che un discorso una vera e propria requisitoria. Il neo presidente del Consiglio, chiude così “Al senatore Scarpinato dovrei dire che mi dovrei stupire di un approccio così smaccatamente ideologico. Ma mi stupisce fino a un certo punto perchè l’effetto transfert che lei ha fatto tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo è emblematico del teorema di parte della magistratura, a cominciare dal depistaggio e dal primo giudizio sulla strage di via d’Amelio. E questo è tutto quello che ho da dire”.
Poi arriva lui. Silvio Berlusconi, anticipato dall’intervento del senatore Renzi incentrato più agli attacchi al Pd che al governo al quale comunque il Terzo Polo non voterà la fiducia. Il presidente del Senato Ignazio La Russa annuncia che il Cav sta per intervenire. Arriva il primo applauso dell’aula. “Mettetevi comodi che ho tanto da dire”. Parafrasando, sono un pò queste le prime parole di Berlusconi che annuncia anche la nascita avvenuta nel pomeriggio del diciassettesimo nipotino insieme all’emozione di ritrovarsi in aula a parlare dopo 9 lunghi anni.
Il padre nobile del centrodestra rivendica il suo ruolo, grazie al quale oggi è possibile vedere una donna a capo del Governo. Erano attese e sono arrivate però pure le dichiarazioni, di Silvio Berlusconi, sul posizionamento atlantista.
Quello del Cav, del suo partito e della coalizione. “Noi, naturalmente, in questa situazione non possiamo che essere con l’Occidente, nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l’Ucraina. Noi dobbiamo lavorare per la pace e lo faremo in pieno accordo con i nostri alleati occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucraino. Su questo la nostra posizione è ferma e convinta, è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo” conclude.
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