“Sento il peso di essere la prima donna, grazie a chi mi ha permesso di rompere il tetto di cristallo”. La neo premier del Consiglio Giorgia Meloni, in uno dei tanti passaggi del suo discorso alla Camera, ringrazia tutte quelle donne che le hanno consentito di salire oggi, quella “scala che è stata costruita” Politica, giornalismo, cultura. Giorgia Meloni attinge dalla storia, ma anche dalla stretta attualità. Eppure a sinistra c’è chi si domanda per quale motivo la neo premier faccia ricorso all’articolo maschile “il” prima della parola presidente. E Giorgia Meloni replica “Vi sembra che io sia un passo dietro agli uomini?”
Oggi il voto alla Camera, domani la fiducia al Senato. Discussione generale dalle 13, dichiarazioni fissate alle 19, poi la votazione finale. Ma gli occhi e le orecchie delle politica, questa mattina erano tutte ancora una volta su di lei.
La neo premier che a mezzogiorno si è presentata a Montecitorio davanti a ministri e deputati, per tenere il suo discorso programmatico. Intervento lungo 16 pagine quello di Giorgia Meloni; passaggi intensi, chiari, diretti; vaghi e vuoti di contenuti per le opposizioni; pieni di sostanza per la maggioranza che più volte ha applaudito. E’ la politica bellezza...
Eppure il momento in cui Il presidente del Consiglio, così vuole essere chiamata Giorgia Meloni, ricorda di essere la prima donna in Italia a guidare un esecutivo e cita una serie di nomi femminili che la storia l’hanno fatta o la stanno facendo, ha rubato e conquistato l’attenzione di tutti. Compresi coloro che non hanno votato alle ultime politiche FDI, o il centrodestra più in generale.
Governo Giorgia Meloni, il passaggio del discorso sulle donne “Hanno rotto il pasante tetto di cristallo”
“Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo di questa nazione. Mi trovo a pensare alla responsabilità che ho nei confronti di tutte quelle donne che trovano difficoltà nell’affrontare il proprio talento, ma penso anche a coloro che hanno costruito la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo. Donne che hanno osato, per impeto, per ragione per amore, come Cristina, organizzatrice di salotti culturali e barricate, come Rosalia testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia, come Alfonsina che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria o Grazia, che spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese». Eccolo il passaggio in cui il presidente Meloni cita e ringrazia le donne.
Ma chi sono queste donne citate dalla premier? Cristina Trivulzio di Belgiojoso, nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice che partecipò attivamente al Risorgimento. Rosalia dei Mille è invece Rose Montmasson, unica partecipante femminile alla spedizione dei Mille. Alfonsina Strada, unica donna ad aver corso il Giro d’Italia insieme ai colleghi uomini, nel 1924. La Maria citata da Meloni è Maria Montessori, nota per il metodo educativo che prende il suo nome; Grazia è invece Grazia Deledda, scrittrice vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Ricordata anche Rita Levi-Montalcini, insignita nel 1986 del Nobel per la medicina.
Giorgia Meloni ha poi ringraziato Tina Anselmi, ex partigiana e prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana; Nilde Iotti, esponente del Partito comunista e la prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire la terza carica dello Stato, la presidenza della Camera dei deputati (per 13 anni). Ricordi toccanti per le giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli, uccise rispettivamente in Somalia e in Afghanistan. E poi Oriana Fallaci, icona del giornalismo italiano e prima donna ad andare al fronte come inviata speciale.
Governo Giorgia Meloni, politiche, educatrici, giornaliste. Tutte le donne citate nel discorso
Ma le citazioni proseguono con Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra; Marta Cartabia, prima donna presidente della Corte costituzionale; Elisabetta Casellati, prima donna presidente del Senato; l’astronauta Samantha Cristoforetti. E Chiara Corbella Petrillo, proclamata serva di Dio dalla chiesa cattolica. Morì a soli 28 anni nel 2012, a causa di un tumore che non volle curare. Aspettava un figlio.
Governo Giorgia Meloni, la polemica a sinistra su “Il” presidente e “la” presidente
Intanto il dibattito tra alcuni intellettuali di sinistra, resta ancorato alla forma. Ma perchè mai Giorgia Meloni vuol farsi chiamare il presidente e non la presidente? Perchè il maschile invece che il ricorso all’articolo femminile? Scomodata persino l‘Accademia della Crusca che nel merito si è così espressa “Il maschile non è un errore, è una scelta ideologica”. Appunto, ideologica dicono a sinistra. Michela Murgia, nota scrittrice, sul tema ha così detto all’agenzia Adnkronos “Non è il sesso di chi comanda che conta, è il modello di potere che si ricopre. Il modello di potere di Giorgia Meloni è quello maschilista al maschile”.
L’ex presidente della Camera Laura Boldrini invece, per esprimere la propria opinione, av ricorre a twitter “La prima donna premier si fa chiamare al maschile, il presidente. Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato? La Treccani dice che i ruoli vanno declinati. Affermare il femminile è troppo per la leader di FDI, partito che già nel nome dimentica le Sorelle?
La posizione di Giorgia Meloni, viene ribadita dallo stesso presidente del Consiglio durante il suo intervento di replica alla Camera. Alle 17.30 la neo premier infatti risponde dopo che deputati e deputate hanno chiuso i propri discorsi. Debora Serracchiani capogruppo Pd alla camera aveva insinuato un dubbio: “il governo Meloni potrebbe stare per scelta un passo dietro agli uomini” La risposta della leader di FDI non si fa attendere “Serracchiani mi guardi, le sembra che io sia un passo dietro agli uomini?”. Sipario.