L’incontro “informale” con Macron ieri, il passaggio obbligato a Montecitorio domani e al Senato mercoledì. L’era Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, avviata col rito della campanella, passa per tutta una serie di primi step. E poi c’è il mondo, tutto in rosa, della neo premier: dalla figlia alla madre, passando per la sorella, dalla portavoce all’assistente, fino ad arrivare alle 6 ministre nominate.
Informale, ma lungo. Il primo faccia a faccia internazionale, si è consumato per il neo presidente del Consiglio, nella serata di ieri col presidente francese Macron.
L’incontro infatti è durato oltre un’ora. Location importante e suggestiva: terrazza del Gran Melià di Roma, hotel a 5 stelle, con vista su San Pietro. Questa Mattina Macron al Vaticano incontrerà Papa Bergoglio. Da Palazzo Chigi, in corrispondenza del colloquio, si vergava anche una delle prime note ufficiali dell’era Meloni. Incontro definito “cordiale e proficuo” dalla presidenza del Consiglio, “Come europei, come Paesi vicini, come popoli amici, con l’Italia dobbiamo continuare tutto il lavoro iniziato”. Twittava il presidente francese al temine del faccia a faccia, a dimostrazione della sua buona riuscita.
Ma oggi è già un altro giorno e la vita da premier è solo all’inizio. E’ stato percorso soltanto il primo chilometro. In settimana attesi impegni e passaggi istituzionali fondamentali per la neo premier: discorso alle due Camere, con prova della fiducia a Palazzo Madama mercoledì. Possibile convocazione del secondo Cdm, alla fine di questa settimana. Caro bollette sul tavolo. L’agenda è fitta, la credibilità da dimostrare, i gufi da tenere lontani. Giorgia Meloni lo sa. Come sa che per affrontare tutto non è, e non sarà sola. E mettendo da parte gli uomini del suo inner circle, meglio concentrarsi per un attimo sul mondo in rosa de “Il” presidente.
La più bella e la più importante è lei. Ginevra, anni 6. Figlia del presidente del Consiglio. Di bianco panna vestita, con tanto di zainetto rosa in spalla, il giorno del giuramento al Quirinale. Spaesata, mano nella mano col papà, ma estremamente deliziosa quando chiede un bicchiere d’acqua ai commessi di Palazzo. Lei è il cuore di mamma Giorgia. A lei vanno i sorrisi e i saluti, quando al fianco di Sergio Mattarella, la neo premier vedeva sfilare e giurare tutta la squadra da lei scelta.
Da mamma Giorgia, a mamma Anna Paratore, in arte Josie Bell, per anni scrittrice di romanzi rosa. Per necessità. Quella di mettere il piatto in tavola, di pagare le bollette, e di far crescere le due figlie. Le tre ragazze, come racconta in una lunga intervista al settimanale Dipiù la madre del presidente del Consiglio, sono cresciute da sole. In una storia che più volte è stata raccontata. Il legame familiare, la forza della donna Meloni e il suo carattere a volte spigoloso, affondano le radici nel color rosa. Quello della casa di origine. Perchè poi c’è anche Arianna Meloni. Più grande di due anni, compagna di Francesco Lollobrigida, il ministro Lollobrigida. Sorella, amica, consigliera, a tratti psicologa. A lei Giorgia Meloni dice tutto, con lei si sfoga, con lei si concede quei momenti di cedimento che difficilmente d’ora in poi potrà mostrare. C’è un protocollo al quale attenersi. Delle enormi responsabilità da sostenere.
E poi ci sono Giovanna, Patrizia, Sara. Dalla famiglia al lavoro. Giovanna Ianniello, con Giorgia da sempre, sua portavoce dalla nascita di FDI. Ora a Palazzo Chigi potrebbe andare a ricoprire un incarico ancora più prestigioso, scrivono sui giornali. Potrebbe diventare capo ufficio stampa della presidenza del Consiglio. Se così fosse, la portavoce della neo premier diverrebbe un outsider.
Patrizia Scurti invece viene definita come la donna ombra di Giorgia Meloni. E’ la sua assistente personale: agenda, tempi, scadenze, appuntamenti ufficiali, durante i quali tenere discorsi. E da qui il salto all’altra quota rosa del pacchetto fedeli e competenti, include Sara Kelani. 42 Anni, 3 figli, avvocato della provincia di Latina. Giovanbattista Fazzolari l’ha voluta alla guida dell’ufficio studi di FDI. Da lì arrivano appunti, elaborazioni di dossier e note da studiare. Insomma la Kelani è altro punto fermo per Giorgia Meloni.
Marina Calderone al Lavoro. Anna Maria Bernini all’Università, Daniela Santanchè al Turismo, Elisabetta Casellati alle Riforme Istituzionali, Eugenia Roccella alla Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Alessandra Locatelli alla disabilità. 6 Ministri donna nel Governo Meloni, composto da 26 figure. Draghi aveva nominato 23 ministri, 8 erano donne. Forse questo, numericamente parlano, è l’unico elemento che stona parlando di esecutivo al femminile. Da una donna ci si aspettava che avrebbe messo dentro più tacchi e meno cravatte. Ma “Il” presidente, già dalla scelta dell’articolo, fa capire forse come la pensa. Merito a prescindere dal genere maschile o femminile. Sperando sia davvero così, non resta che confidare in qualche vezzo. Come il cambio di scarpe della premier, ieri, alla cerimonia della campanella. Scelta comoda durante la lunga camminata sul tappeto rosso. Scelta più femminile per il passaggio di consegne, a tu per tu con Draghi.
Non tutte le scelte al femminile vanno apprezzate però. Apparsa decisamente fuori luogo, e subito cancellata, la storia istragram del ministro Bernini che ha raccontato l’atto solenne del giuramento davanti al Capo dello Stato, con la canzone T’appartengo di Ambra Angiolini. “Prometto, prometti…di non farlo mai più”, potrebbe averle suggerito il suo nuovo “capo” del governo.
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