Sta facendo il giro della rete e di tutti i media l’accorata lettera scritta da alcuni attivisti iraniani con cui si chiede alla Fifa l’esclusione dell’Iran dai Mondiali di calcio. La competizione comincerà il prossimo 20 novembre.
“Escludeteci dai Mondiali di Qatar 2022”. Questa l’insolita richiesta che alcuni attivisti iraniani hanno rivolto alla Fifa. L’accaduto è il frutto dei tragici episodi di violenza con cui il regime degli Ayatollah ha compresso i diritti civili della popolazione e delle donne in particolare.
Tra i provvedimenti più discussi quello che vieta alle iraniane di accedere allo stadio, violando così il regolamento Fifa.
Escludere l’Iran dal Mondiale: la lettera degli attivisti
Se la nazionale iraniana dovesse riuscire a partecipare al torneo, giocherebbe contro Inghilterra, Stati Uniti e Galles. In tema di diritti civili si tratta di tre squadre che riflettono una posizione dall’altra parte della barricata rispetto al governo di Teheran. A questo proposito la missiva degli attivisti punta il dito proprio contro “La brutalità dell’Iran nei confronti del suo stesso popolo”. E di come questa abbia “raggiunto un punto critico, e questo impone una dissociazione inequivocabile e ferma dal mondo del calcio e dello sport”- si legge.
Poi la stoccata per ciò che concerne la situazione delle donne. “Alle donne viene costantemente proibito l’accesso agli stadi, una pratica sistematica per escluderle completamente dalla piramide calcistica – si aggiunge. E’ evidente che la Federcalcio iraniana stia semplicemente seguendo e applicando le linee guida del governo, e quindi non può essere vista come un’organizzazione indipendente e libera da qualsiasi forma o tipo di influenza”, proseguono gli attivisti. “Questa è una violazione (articolo 19) dello statuto Fifa”, chiosano infine.
Una richiesta che giunge anche da calciatori e sportivi
Non solo attivisti, ma anche calciatori e sportivi si sono aggiunti alla richiesta rivolta alla Fifa nel tentativo di estromettere l’Iran dai Mondiali in Qatar. Le proteste che stanno incendiando l’Iran sono scoppiate dopo le morti di Mahsa Amini, accusata e detenuta in carcere per non aver indossato il velo, e di Hadis Najafi, anche lei deceduta durante le proteste.
Già a settembre, all’inizio del match contro la nazionale austriaca, in segno di protesta contro il regime i calciatori iraniani avevano indossato un giubbotto nero per coprire le maglie. L’episodio accadeva durante l’esecuzione dell’inno nazionale.