Cristiano Ronaldo, basta giochetti. Il fuoriclasse esce allo scoperto con un comunicato social: la decisione per il futuro.
Cristiano Ronaldo chiude il sipario. Basta misteri, solo certezze. Il fuoriclasse sotterra l’ascia di guerra con ten Hag. Un braccio di ferro, il loro, durato fin troppo: l’ultimo atto la scelta del tecnico olandese di metterlo fuori rosa. Una punizione, in qualche maniera, dovuta per le troppe alzate di testa: serviva dare un segnale e l’allenatore l’ha fatto creando non poche polemiche. Il messaggio, però, è giunto a destinazione.
Cristiano Ronaldo esce ridimensionato da questo confronto: deve mettersi al servizio della squadra e non il contrario, per dirlo – e poi farlo – un comunicato ufficiale sui social: “Sono un professionista – scrive CR7 – ho sempre pensato al bene della squadra. L’unico modo in cui so lavorare”. Lavoro: parola d’ordine necessaria per tornare quantomeno in Champions e regalare (forse) al lusitano un altro anno da protagonista in Europa. Se riesce a superare le divergenze con l’allenatore, pronto comunque a utilizzarlo alle sue condizioni. Il portoghese non ha più il coltello dalla parte del manico.
Cristiano Ronaldo, pace fatta con ten Hag: arrivano le scuse social
Fronte mercato il problema è lo stesso: anche volendo cambiare aria, il centravanti ex Juve ha le mani legate. L’unica compagine che può permetterselo – di fatto – è il Manchester United e perchè ha degli obblighi fissati. Altrimenti arrivederci e grazie anche lì, saluti dall’Old Trafford. Dove per mesi Ronaldo ha fatto il separato in casa per poi tornare a Canossa dopo diverse porte in faccia.
Altro che disinteresse: Cristiano Ronaldo vuole il Mondiale, ma prima deve giocare con i Red Devils per accumulare minuti e condizione. Nessuno corre come lui, forse un tempo era vero: ora vanno tutti a un ritmo diverso. CR7 è un giocatore normale, dal talento cristallino, ma la patina da fenomeno ormai non c’è più. Quindi testa bassa e lavorare, come e dove può, il resto lo dirà la storia. Come ha fatto finora. C’è stato un tempo in cui il lusitano poteva vivere – in campo – di rendita: la titolarità, adesso, deve sudarsela. Il destino amaro e beffardo delle icone a fine carriera, per consapevolizzare questo non basta un post di scuse. È comunque un buon inizio.