Consultazioni brevissime del centrodestra che sale compatto al Colle. Il colloquio con Mattarella dura meno di 10 minuti, 7 per l’esattezza. Un record. All’uscita parla solo Giorgia Meloni “Indicazione unanime su di me. Siamo pronti”. E infatti Mattarella Convoca la premier in pectore per le 16.30 di oggi pomeriggio.
Sobria, determinata, ma emozionata. E’ il suo giorno, e potrebbe diventare tra poche ore anche una giornata storica per l’Italia.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, entro la serata potrebbe comunicare, in una nota asciutta, la convocazione al Quirinale di Giorgia Meloni per conferirle l’incarico. In molti, soprattutto i quirinalisti più esperti, sono pronti a scommettere che sarà un incarico lampo. Pronta la lista dei ministri, pronto il centrodestra che di se’ al Colle, dentro e fuori, ha mostrato la restaurata immagine di compattezza. Ma andiamo con ordine, riavvolgiamo il nastro e torniamo alla cronaca di questa mattinata, iniziata intorno alle 10.
Il Presidente della Repubblica attende la delegazione del centrodestra per le consultazioni. Appuntamento fissato in agenda alle 10.30. Il nutrito gruppo però non arriva, come prevedibile, insieme. Prima, anche questo dettaglio lo si poteva intuire, fa ingresso la premier in pectore. Occhiali scuri, tailler blu, camicia in tinta. I capelli oggi non sono sciolti. L’occasione è di quelle importanti, meglio optare per un acconciatura più indicata. Il passo è deciso, ma ancora non c’è fretta. E poi i tacchi non lo consentirebbero. Ad accompagnare Giorgia Meloni i due capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato: Ciriani e Lollobrigida. Pochi istanti dopo, a piedi anche in questo caso, arriva la delegazione della Lega. Anche in questo caso il blu dei completi è di ordinanza. Matteo Salvini, che poco prima aveva sorseggiato un caffè davanti gli uffici della Camera, ha al suo fianco Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari.
E Silvio Berlusconi?. E’ già nelle stanze del Quirinale. Sono i suoi social a confermarlo. Il Cav è accompagnato e sostenuto dai neo capigruppo Cattaneo e Ronzulli. Ma La delegazione di FI vede la partecipazione “straordinaria” anche di del coordinatore nazionale Antonio Tajani. Non è certamente un caso che che il vicepresidente azzurro abbia preso parte alle consultazioni. La sua è la posizione che più scotta. Gli audio di Berlusconi li hanno ascoltati pure al Quirinale. Puntualità svizzera, protocollo rispettato. Il colloquio col Capo dello Stato ha inizio all’ora fissata. L’attesa fuori è fremente. Le porte però si aprono a “sorpresa” 7 minuti dopo. Pare sia un record. La delegazione di centrodestra esce dal Salone degli Arazzi di Lille e si ferma come consuetudine ad incontrare la stampa. Parla soltanto Giorgia Meloni, stesso copione andato in scena qualche secondo prima col Capo dello Stato.
“Attendiamo la determinazione del presidente della Repubblica e già da ora siamo pronti, vogliamo procedere nel minor tempo possibile. C’è stata una indicazione unanime del centrodestra sulla sottoscritta come persona incaricata a formare il nuovo governo”. Asciutta, stringata, convinta. Non aggiunge altro Giorgia Meloni davanti ai giornalisti. La tradisce un umano sorriso, quando parla di se stessa come colei sulla quale è ricaduta l’indicazione unanime. Mentre la futura premier parla, Silvio Berlusconi è alla sua destra. Salvini alla sua sinistra. Il Cav ha le braccia conserte, annuisce ripetutamente alle parole pronunciata dalla alleata di coalizione che gli ha sottratto la leadership del centrodestra. Berlusconi prova a non tradire emozioni sbagliate. Guarda in basso. Saluta e ringrazia quando il breve discorso termina. Più disteso invece appare Matteo Salvini. Un sorriso e lo sguardo incollato su Giorgia Meloni.
Escono. Ancora insieme. Ma la delegazione prima di mostrarsi urbi et orbi nel cortile del Quirinale, si intravede da dietro la tenda del salone di palazzo. Le spalle sono più rilassate, i volti più distesi. Giorgia Meloni stringe mani, anche a Licia Ronzulli. All’aperto con il sole di ottobre che riscalda il Colle, l’atmosfera si fa più rilassata. Il centrodestra vuole mostrarsi compatto, coeso. Silvio Berlusconi è sottobraccio a Salvini. Il Cav cinge la spalla della premier in pectore. Tutto dentro dovrebbe essersi svolto come previsto evidentemente. La coalizione vuole sembrare famiglia, pur sapendo che così non è. E’ tempo di lasciare il Quirinale. Berlusconi lo fa per primo, salendo sulla sua auto. La lega e Fratelli d’Italia si allontanano a piedi. Prima di montare sulla sua Fiat 500 bianca, macchina che a breve la Meloni dovrà cambiare, c’è il tempo di scambiare qualche battuta veloce con Antonio Tajani.
Poi via, direzione Montecitorio per Giorgia Meloni, dove arriva pochi minuti dopo e dichiara “Il colloquio con il presidente della Repubblica è stato breve? Sì, ma le idee sono abbastanza chiare”. Abbastanza. Ovvero il tempo di riunirsi, a quanto trapela, ancora una volta con i leader della coalizione, prima di ricevere la chiamata di Mattarella alla quale la presidente di FDI potrà rispondere, accettando con riserva l’incarico oppure assumendolo nell’immediato. Silvio Berlusconi lo fece. Non resta che aspettare le 16.30, quando Giorgia Meloni sarà di nuovo a colloquio con presidente della Repubblica. E stavolta sarà una faccia a faccia di quelli unici, per la “donna” del centrodestra.
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