La vicenda vede una studentessa contro la scuola e la scuola contro una studentessa in un rebus senza fine. Il motivo? Il rifiuto da parte dell’alunna di consegnare il suo cellulare a inizio lezione. L’epilogo assurdo accaduto in un liceo scientifico
Stop ai cellulari in classe. Le nuovi disposizioni valgono per gli alunni ma anche per i docenti. Il motivo è semplice: le notifiche che arrivano sugli smartphone durante l’orario delle lezioni distraggono gli studenti. Così diversi licei italiani hanno deciso di bannare i cellulari.
È successo al liceo scientifico di Bologna, il Malpighi – per citarne uno: via i telefonini, consegnati all’ingresso prima di entrare in aula. I docenti, invece, lo lasciano direttamente in sala professori, sulla loro scrivania o in borsa ma spento. Il divieto di usare il cellulare è già presente nella scuola italiana ma poi, gli studenti continuano ad usarlo di nascosto sotto il banco.
Stessa cosa per i professori che tra un’interrogazione e l’altra, non disdegnano di buttare un occhio alle notifiche arrivate. Tutto questo non dovrà più accadere a scuola. Ma succede anche che quando si vieta di usare lo smartphone in classe, c’è chi si oppone con forza. È accaduto ad una studentessa del liceo scientifico Majorana di Latina. Una storia assurda, per certi versi, che ha portato ad un epilogo altrettanto assurdo.
La storia accaduta in un liceo scientifico di Latina è degno di nota. Una studentessa di 14 anni si rifiuta di lasciare in custodia, a inizio lezioni, il suo smartphone dichiarando di non essere sicura di lasciarlo in “buone mani”. Così, dopo aver preso una nota disciplinare l’alunna telefona al padre.
Quest’ultimo si presenta all’istituto Majorana in compagnia del figlio maggiore e un’altra persona discutendo animatamente con il preside del liceo. Non contento, il genitore della 14enne ha anche fatto intervenire una volante della polizia nonché due ambulanze. Il dirigente scolastico ha dichiarato che denuncerà il tutto. Nel frattempo la polizia di Latina ha già provveduto a inviare un’informativa alla Procura.
Intanto, come riporta anche Open, in rete gira già il messaggio audio su Whatsapp che la studentessa ha inviato per spiegare il suo rifiuto a lasciare il cellulare in custodia: “Ho il diritto di oppormi, certe cose non le accetto e non voglio piegarmi al sistema. Ho preso una nota e va benissimo. Il preside non ha voluto ricevere i miei parenti, solo in questura li hanno fatti parlare. Regà, davvero nella mia indole alzare le mani è l’ultima cosa, vi dico che è stato il preside ad alzare le mani al socio di mio fratello”. Intanto, nell’istituto spuntano i primi volantini di protesta contro il “sistema scolastico”.
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