Dopo la conferma della causa della morte per stenti della piccola Diana, gli esami medico legali aggiungono nuovi sconvolgenti dettagli sulla tragica fine della bambina.
Non solo una atroce morte per stenti. La piccola Diana Pifferi avrebbe ingerito anche dei tranquillanti che le sarebbero stati somministrati dalla madre. Ciò è quanto svelato dagli esami autoptici effettuati sul corpicino della sventurata bambina.
La piccola è morta a soli 18 mesi dopo essere stata abbandonata nell’appartamento dove viveva.
Morte Diana: il responso medico legale
Nessun dubbio, dunque, Diana Pifferi è morta il 21 luglio 2022 a causa degli stenti subiti dopo aver ingerito tranquillanti dati dalla madre. In particolare benzodiazepine. A certificarlo è stata la consulenza autoptica chiesta dalla Procura di Milano. Al riguardo gli inquirenti nutrivano già un sospetto, ma dopo i risultati degli esami medico legali adesso la situazione per Alessia si complica. Per l’incidente probatorio sono stati sequestrati biberon e la bottiglietta d’acqua in uso alla vittima. Analogamente si provvederà con l’appartamento, il pannolino, il cuscino e il materasso.
Gli accertamenti biologici e chimico-forensi fatti disporre dalle autorità sono serviti per ricostruire la dinamica dell’accaduto che ha portato al decesso di Diana. Ma anche per sgombrare il campo a proposito di altri possibili responsabili oltre alla madre che resta in carcere. Dopo il deposito dell’autopsia si capiranno anche i quantitativi di tranquillanti trovati nel copro e quanto questi abbiano inciso sulla morte.
Alessia Pifferi: dal carcere una richiesta
L’unica persona indagata per la morte della piccola Diana resta al momento la madre: Alessia. Su di lei pesa un’accusa di omicidio volontario aggravato ma anche la contestazione della premeditazione. E’ notizia di questi giorni che l’imputata avrebbe chiesto dal carcere dove è reclusa una foto della figlia.
Ancora nei mesi scorsi Alessi Pifferi aveva espresso sentimenti di pentimento attraverso una lettera scritta di proprio pugno. “Vorrei poter tornare indietro per non uscire e riavere la mia bambina”, aveva reso noto la 37enne. Intanto, stando a quanto circolato, la donna sarebbe stata malmenata in carcere da alcune detenute.