Consultazioni del Capo dello Stato al via. Domani mattina in calendario la delegazione del centrodestra, che dovrebbe andare unita. A tenere in banco però sono ancora gli audio di Silvio Berlusconi. In viaggio verso Bruxelles Antonio Tajani, coordinatore nazionale di FI parla con alcuni giornalisti “Una vendetta, magari di chi non è stato eletto”.
Metateatro. Teatro nel teatro. Il palcoscenico delle sale del Quirinale, dove da questa mattina il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avviato le consultazioni, e poi gli altri palazzi della politica, compresi quelli fuori dall’Italia, dove si sente ancora forte l’eco degli audio di Silvio Berlusconi.
Ultimo, quello diffuso nella giornata di ieri dall’agenzia LaPresse, al netto della durissima replica di Giorgia Meloni, delle note e delle interviste di spiegazione del presidente di FI, quell’audio ha contribuito ad incrinare ulteriormente i rapporti interni al partito di Berlusconi. Per non parlare delle reazioni internazionali. Basta citare ad esempio Le Monde, il quotidiano francese infatti titolava così, in un articolo questa mattina, consacrato alla situazione politica italiana “Berlusconi riallaccia con Putin e imbarazza la coalizione”. E gli audio di Silvio Berlusconi, registrati e passati alle agenzie in quella assemblea durante la riunione con i parlamentari di FI alla Camera, potrebbero essere 3 e non 2. Potrebbero uscire nei giorni successivi, non oggi di certo.
In attesa di capirne di più, restano tre grandi interrogativi. Domani mattina alle consultazioni con Mattarella il centrodestra andrà davvero unito e ci sarà pure il Cav? Tajani sarà alla fine ministro degli Esteri? Ma soprattutto chi è l’autore materiale della diffusione di quegli audio? Al primo quesito risponde direttamente Silvio Berlusconi, che in solo post su Facebook, comunica due notizie “A causa della convocazione per le consultazioni del Presidente della Repubblica, non ho potuto partecipare come sempre ho fatto, al Summit del Epp Group in the European Parliament che precede il Consiglio europeo. Ho dunque delegato il vicepresidente Antonio Tajani a rappresentare la posizione mia personale e di tutta Forza Italia, che è di piena e totale adesione ai valori europeisti e atlantisti”. Dunque Berlusconi andrà da Mattarella e coglie, col post social, ancora una volta l’occasione per definirsi atlantista ed europeista. In risposta alla nota di Giorgia Meloni, e a tutte le critiche piovute dopo la sua versione filo-putiniana sull’invasione dell’Ucraina.
Sì, ma di chi è la mano che ha registrato l’audio del presidente di FI? Antonio Tajani in volo verso Bruxelles, parlando sull’areo con alcuni giornalisti dice “Una vendetta. Magari di chi non è stato eletto”. Probabile, non impossibile, ma c’è anche chi cerca nelle file degli eletti, ovvero tra i falchi che si contrappongono alle colombe. Sul fatto poi che Tajani possa davvero diventare ministro degli Esteri, ecco come risponde il coordinatore nazionale FI “Lo farò se si riterrà utile. è Berlusconi a trattare”. Poi una volta atterrato, dal summit del Ppe, arrivano pure le dichiarazioni dalla cifra più istituzionale per il numero due degli azzurri “Sono qui per confermare ancora una volta la posizione del mio partito, la mia posizione personale e la posizione del leader del mio partito totalmente a favore della Nato e delle relazioni transatlantiche, in favore dell’Europa e contro l’inaccettabile invasione russa dell’Ucraina”.
“Sono felice che Antonio Tajani sia con noi oggi. La sua posizione è di una chiarezza cristallina. Lui è il ponte tra la forte posizione di Forza Italia nel Parlamento nazionale e il pilastro europeo a Bruxelles, per questo sono lieto che sia qui”. Lo ha sottolineato il presidente del gruppo del Ppe nel Parlamento Europeo e del partito Manfred Weber da Bruxelles. Insomma la cintura a difesa di Tajani è forte in Europa, come in Italia. Molte le voci che si sono spese in queste ore, in seno al centrodestra in favore della sua candidatura a capo della Farnesina. Ma tornando al metateatro, la scena più importante è dell’attrice protagonista, Giorgia Meloni. Ed è lei che dovrà a Mattarella la lista dei ministri, la più autorevole possibile.
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