Silvio Berlusconi è arrivato in via della Scrofa nella sede di Fratelli d’Italia per incontrare Giorgia Meloni. Tra i due sono voltate scintille da giovedì, quando al Senato Forza Italia non ha votato La Russa. Per imporre la pupilla del Cavaliere, Lucia Ronzulli. Meloni non ha mollato la presa e la frattura è stata evidente a tutti. Ora, dicono dalla coalizione, è tempo di ricucire. Ma in che modo? Quali sono i veri rapporti tra Berlusconi e Meloni? A Free.it Guido Brachino, direttore de Il Settimanale.
Le cose tra Forza Italia e Fratelli d’Italia non sono ancora chiarite. Forse sarà l’incontro di oggi in via della Scrofa a ricucire i rapporti. Ma non sarà facile. Il senatore di Fi Gianfranco Micciché avverte che detto che il partito valuta anche l’appoggio esterno mentre il braccio destro di Meloni, Lollobrigida, pensa al voto se non dovesse esserci un chiarimento reale. Ecco come stanno le cose.
Che tipo di rapporto c’è in questo momento tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi?
“Al livello personale non lo so, mi sembra che ci sia stato un momento difficile in Senato. Non sappiamo ancora cosa succede oggi ma sicuramente per tutto il week end si è corso ai ripari, sotto i tutti punti di vista. Il fatto che Silvio Berlusconi abbia deciso di andare a parlare con Meloni in via della Scrofa mi sembra un segnale di distensione. Una voglia, insomma, di recuperare i rapporti. Poi non credo che siano davvero stati messi in discussione.
Sono stati messi in discussione alcuni accordi politici ma se noi depersonalizziamo e andiamo a vedere il rapporto tra i partiti, anche lì non mi sembra che ci siano particolari problemi. Non ce ne sono stati in campagna elettorale né in questa prima fase. Come sempre nella formazione del governo ci possono essere delle tensioni e frizione che andrebbero chiarite prima, invece di metterle in scena pubblicamente. Come successo nell’elezione di Ignazio La Russa. Credo che i così detti pontieri, da una parte e dall’altra abbiano cercato di recuperare”.
Come si sono evoluti nel tempo i rapporti tra Berlusconi e Meloni, o meglio, tra Forza Italia e Fratelli d’Italia?
“Secondo me vale la pena di fare una riflessione di tipo storica. Nel 2017 Forza Italia era il primo partito della colazione. Nel 2018 c’è stato il sorpasso della Lega poi ci sono stati gli anni a trazione salviniana. E ora c’è il grande successo di Giorgia Meloni. E’ strepitoso quello che ha fatto, dal punto di vista personale, politico, del partito. In poco tempo non solo sono cambiati i rapporti di forza, ma sono cambiati proprio i concetti di leadership.
Probabilmente, il metodo di Meloni nel fare questo governo e ispirato alla fretta, perché ha bisogno di dare una risposta rapida agli italiani che l’hanno votata. E un criterio di competenza che le fa onore. Cercare di scegliere le persone giuste al posto giusto, financo a rifiutare di netto un nome imposto da un partito della coalizione. E financo a pensare a dei tecnici. Vuol dire che c’è una idea sana di quello che dovrà essere la sfida che aspetta il governo”.
Forse però questa linea non è davvero condivisa da tutti, all’interno della coalizione, no?
“Chi fino a poco tempo fa era abituato a dare le carte, come hanno detto i giornalisti, o comunque ad avere la visione di una propria indispensabilità sulla propria leadership, su questo rigore di Giorgia Meloni non ci si è trovato. Fa fatica ad accettarlo. Forse bastava una discussione un più e un chiarimento in più e non si sarebbe arrivati al punto di tensione di giovedì scorso.
Ma mi sembra di aver capito, comunque, che ci sia voglia da entrambe le parti di ricucire. Anche perché, altrimenti non nasce il governo di centrodestra. Il che, dal punto di vista elettorale, sarebbe un autentico suicidio. Sarebbe davvero come fare harakiri”.
Infatti, Lollobrigiga oggi diceva “o si ricuce o si torna al voto”.
“Beh, forse questa è una esagerazione ma è chiaro che è necessario lavorare a una tregua. Se questa volta si fanno accrocchi parlamentari, come abbiamo visto negli ultimi decenni, o qualcuno deve fare un governo per cercare maggioranze stentate, meglio votare. Io sono un cultore del voto democratico. Per me si può andare a votare tanto, purché il voto poi venga rispettato. Siccome in Italia questo succede raramente, stavolta gli elettori che hanno votato hanno dato una indicazione chiara. E in una democrazia rappresentativa questo va rispettato”.
Il fatto che Berlusconi sia andato lui nella sede di Fratelli d’Italia è un riconoscimento di leadership? Insomma, che è lei il capo?
“I simboli contano in politica. Forse più che un riconoscimento, mi sembra la voglia di riconoscere che con lei qualcosa ha sbagliato l’altro giorno. Mi sembra un atto di fair play, non è sempre così meccanico. I simboli sono importanti ma spesso anche i luoghi. In campagna elettorale la Meloni aveva detto no all’incontro ad Arcore, poi è andata. Lo stesso è successo a Villa Grande.
Oggi ci si vede in via della Scrofa, probabilmente sì è un segno di sportitività. Poi se è una consegna di leadership aspettiamo a dirlo. Anche se, in verità, la leadership alla Meloni gliel’hanno data gli italiani. E’ sancita dai numeri e dagli elettori ed è passata in cinque anni da Forza Italia a Fratelli d’Italia. Poi se qualcuno all’interno della coalizione non lo riconosce, allora si torna al voto”.
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