Si chiude con una sentenza che farà sicuramente discutere, la vicenda del campione di ciclismo Mario Cipollini, finito alla sbarra dopo la denuncia della ex moglie Sabrina Landucci, sorella del vice allenatore della Juventus Marco, per lesioni e minacce.
Le minacce di morte, le parole violente e in un caso anche una una pistola puntata alla tempia. E poi ancora maltrattamenti e percosse. A tutto questo è stata oggi messa la parola fine, con la condanna esemplare all’ex campione di ciclismo Mario Cipollini, nei confronti della ex moglie Sabrina Landucci.
La denuncia, piena di particolari drammatici, risale al gennaio 2017. Tra i fatti riportati anche un’aggressione che sarebbe avvenuta nel 2012, poco prima della separazione. “Eravamo andati a fare un passeggiata in bicicletta e lui mi aveva staccato.Giunta a casa mi cambiai: avevo un appuntamento con l’estetista. Indossai una gonna e lui appena la vide andò su tutto le furie giudicandola troppo corta. Mi prese con forza e mi costrinse ad andare in camera da letto. Lì tirò fuori la pistola e me la puntò alla tempia” ha raccontato in aula di Sabrina Landucci.
Agli atti anche una conversazione con il marito registrata con il cellulare, in cui Cipollini l’avrebbe minacciata di morte: “Ti spacco tutta, ti ammazzo, sentirai il rumore delle ossa spezzate“. Contestata a Cipollini, inoltre, un’aggressione all’ex moglie nella palestra in cui lavorava. Di fronte al giudice nel 2019, la donna spiegò di non aver mai denunciato prima l’episodio della pistola e le altre sopraffazioni, per proteggere le figlie, che all’epoca dei fatti erano minorenni, e la carriera del campione. Cipollini, difeso dall’avvocato Giuseppe Napoleone, ha sempre ribadito la propria innocenza.
Al contrario, il tribunale non lo ha considerato così e nel pomeriggio Cipollini, che non era presente in aula, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Lucca a 3 anni di reclusione per le lesioni e le minacce alla ex moglie Sabrina Landucci e per le minacce nei confronti del suo attuale compagno, Silvio Giusti, ex calciatore di Chievo e Siena. Con la sentenza, è stato stabilito anche un risarcimento di 80mila euro all’ex moglie e di 5mila euro a Giusti.
Negli atti del rinvio a giudizio la Procura di Lucca ha sostenuto che Cipollini avrebbe compiuto “una serie di atti lesivi dell’integrità fisica e psichica” dell’ex moglie “con pugni, schiaffi, calci, con lesioni e minacce di morte“. Il pubblico ministero Letizia Cai aveva chiesto ai giudici una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, ma il tribunale è andato anche oltre alla richiesta.
Soddisfazione da parte Sabrina Landucci che ha detto: “Sono contenta, giustizia è stata fatta, sono stati momenti difficili ma adesso posso vede un po’ di luce“. La sentenza è stata emessa al termine della camera di consiglio dal giudice monocratico Felicia Barbieri.
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