Al giorno uno, la maggioranza di Giorgia Meloni già si incrina. E al Senato si spacca sul voto a Ignazio La Russa. Mentre Forza Italia non vota, per imporre la pupilla di Berlusconi Licia Ronzulli, a sorpresa corre in aiuto la minoranza. Diciannove senatori ignoti, infatti, hanno votato la fiducia a La Russa. Certamente per lanciare un messaggio a Giorgia Meloni. Ma cosa sta succedendo? A Free.it il politologo Gianfranco Pasquino.
Dopo quanto successo ieri al Senato, oggi alla Camera potrebbe ripetersi lo stesso copione. Forza Italia ha annunciato che potrebbe non votare per il leghista Lorenzo Fontana e ha anche detto che andrà in autonomia alle consultazioni con il Presidente della Repubblica, anche con un proprio nome. Per Giorgia Meloni, dunque, i primi due giorni di legislatura sono stati non facili. E forse il preludio a un governo molto faticoso e litigioso.
Professore, cos’è successo ieri in Senato?
“E’ successo che qualcuno evidentemente ha avuto qualche rassicurazione sul suo futuro, in termini di cariche. E ha deciso di ricambiare votando La Russa. Credo che sia la spiegazione più razionale e semplice che si possa dare allo spettacolo andato in scena ieri al Senato”.
La maggioranza è già spaccata?
“No, la maggioranza non è spaccata. Nel senso che c’è una richiesta di Berlusconi di imporre una sua candidata, la sua pupilla Licia Ronzulli, in un ministero di peso. E c’è la risposta negativa ferma e decisa di Giorgia Meloni. Dopo di che, devo dire che è Berlusconi con Forza Italia che rischia di spaccare la maggioranza. E’ chiaro che non lo può fare, perché finirebbe senza potere politico. E quindi ricomporrà il partito attraverso qualche accordo che verrà certamente raggiunto”.
Quindi, alla fine, Berlusconi ieri ha perso?
“Berlusconi ha perso alla grande ieri in Senato. Lo ha anche dimostrato dicendo a La Russa “vaffanculo”, come si è visto dal labiale. Direi che, però, ha perso una battaglia, non la guerra. Anche perché su La Russa si erano accordati subito. Perché Fratelli d’Italia è il partito più grande della coalizione. E lui era già stato anche presidente del Senato, quindi non poteva essere respinto. Inoltre, gli altri non mi pare avessero curriculum plausibili”.
Si sta creando una specie di centro allargato?
“No, il centro allargato non esiste. E’ un centro irrisorio. E sia Italia Viva che Azione hanno piccoli numeri. Quindi non ce la possono fare. Quei 19 voti che ieri hanno votato a favore di Ignazio La Russa hanno un significato diverso.
Quei voti appresentano una stampella per Giorgia Meloni. Vuol dire che ci sono almeno 19 persone che sono disponibili a sostenere la maggioranza in caso di difficoltà. Purché, naturalmente, ottengano qualcosa in cambio”.
Si sa chi possono essere questi 19 che hanno votato per la maggioranza?
“Non credo che si saprà mai chi sono coloro che hanno votato per La Russa. Proprio come successo con i 109 franchi tiratori che impallinarono Prodi nel 2013. Ma penso che siano tra le fila di Calenda e Renzi, del Movimento delle autonomie, forse tra qualche 5 stelle. Qualcuno, insomma, che ha bisogno di qualche risorsa per continuare la legislatura”.
Crede che sia il preludio a un governo difficoltoso?
“Sicuramente Giorgia Meloni si augurava che potesse essere più semplice. Ma è abbastanza scaltra da sapere come vanno le cose. E sa anche benissimo con chi ha che fare. Penso che la maggioranza si spaccherà spesso, soprattutto quando si dovranno affrontare temi veri e problemi gravi. A quel punto, vedremo che ancora una volta andrà in soccorso parte della minoranza”.
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