Più gli investigatori scavano, più escono dettagli sconcertanti dall’indagine sul padre che commetteva abusi sessuali sulla sua bimba di 2 anni. E poi ne vendeva i video in rete. In queste ore stanno emergendo dettagli su atrocità sempre più sconcertanti.
È stato arrestato ieri il trentatreenne romano accusato di violenza sessuale aggravata, detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenne. L’uomo stuprava sua figlia riprendendo la scena con il suo telefono e poi vendeva i video in rete a una rete di pedofili.
Gli inquirenti stanno analizzando i contenuti del computer e del telefono dell’uomo. E stanno scavando nelle sue chat, per ricostruire non solo gli abusi che ha subito sua figlia, una bimba di due anni, ma anche la rete di pedofili entrati in contatto con lui. Nelle conversazioni, raccontava di essere il padre, come fosse una garanzia per i pedofili, quasi a rassicurarli che non si trattava di una bimba rapita o comprata. Come a rivendicarne una proprietà.
Di tutto questo la madre era all’oscuro. La polizia se ne è accertata dopo indagini e lunghi interrogatori in cui la donna è crollata. Non si era accorta di niente, nessun particolare aveva fatto insospettire la madre della piccola. Ora, entrambe saranno accolte e supportate da un team di psicologi esperti in traumi come questo. Soprattutto, la bambina dovrà affrontare una lunga terapia, per provare a superare l’incubo in cui suo padre l’ha costretta a vivere.
Sarà aiutato anche il quindicenne, anche lui finito nella trappola del trentatreenne. L’uomo, infatti, aveva aperto un profilo Instagram in cui si spacciava per adolescente e aveva iniziato a chiacchierare col ragazzino.
Le conversazioni tra loro si erano fatte via via più spinte ed esplicite. Ma per fortuna la polizia lo ha arrestato prima che potesse succedere qualcosa di più grave. È stata una equipe composta dalla polizia di Milano e di Roma che sono riuscite ad agganciare il pedofilo e a smascherarlo. Hanno così, individuato l’uomo residente a Torre Angela, alla periferia est della capitale. Ora è in cella al Regina Caeli.
Nei prossimi giorni il trentatreenne sarà ascoltato ancora dagli inquirenti alla presenza del suo legale e dovrà raccontare tutto. Gli investigatori cercheranno di individuare anche gli altri pedofili entrati in contatto con lui e che hanno acquistato i suoi video. Potrebbe essere l’occasione per smantellare una rete di pedofili che, purtroppo, di ora in ora cresce. Nonostante gli interventi della polizia postale e delle squadre anti tratta dell’Interpol.
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