È probabile che vi sia rinchiusa anche la nostra connazionale Alessia Piperno nel carcere di Evin dove ieri è scoppiata una rivolta. La travel blogger solitaria arrestata nella capitale iraniana lo scorso 28 settembre per aver assistito alle manifestazioni anti-velo e averne scritto più volte anche sul suo blog. Il bilancio di vittime e feriti è provvisorio. Messaggio della Farnesina che segue rassicura.
L’area attorno alla prigione di Evin a Teheran è ancora off limits dopo quanti accaduto ieri sera nel braccio 7 del penitenziario. Lì sono detenuti tutti i prigionieri politici, anche quelli arrestati proprio in questi giorni durante le manifestazioni di protesta scoppiate dopo la morte di Mahsa Amin.
I primi video delle fiamme dalla zona di Evin hanno iniziato a circolare sui social dal tardo pomeriggio di ieri. E poi via via sono arrivati ulteriori notizie della rivolta seguita in diretta social anche dalla Bbc in farsi. Non è chiaro cosa sia accaduto, ma fiamme, spari e sirene hanno dimostrato subito che la situazione era seria.
A seguire le notizie live anche Karimi Davood, il presidente associazione rifugiati politici iraniani che si trova in Italia. “Si sentono fortissime raffiche di armi. C’è un massacro in corso”, ha raccontato Davood. “Si sentono da lontano le grida dei rinchiusi insieme agli slogan ”morte a Khamenei“.
“Il regime del Mullah sta massacrando i prigionieri politici del carcere di Evin. Chiedo alla popolazione di soccorrere i suoi figli detenuti in carcere che sono sotto l’attacco dei pasdaran“, ha detto la leader del Consiglio nazionale della resistenza iraniana Maryam Rajavi. “Chiedo all’Onu e al Consiglio e al Commissario superiore dei diritti dell’uomo e all’Unione Europea di intervenire per evitare il massacro dei detenuti del carcere Evin”, ha poi aggiunto.
Le strade intorno alla prigione sono state chiuse, così da impedire ai familiari dei detenuti di avvicinarsi alla struttura. Mentre, secondo le testimonianze, la polizia avrebbe usato gas lacrimogeni su coloro che erano già davanti al penitenziario per manifestare contro l’ingiusta detenzione.
“Siamo estremamente preoccupati per la sicurezza dei prigionieri, specialmente quelli che sono nei bracci dove l’incendio è iniziato e dove si sono uditi colpi d’arma da fuoco”. Lo hanno scritto sui social i membri dell’associazione “Articolo 19”, che lotta ornai da anni per garantire la libertà di espressione in Iran. Secondo quanto riferito dalla stessa polizia iraniana, ci sono 4 vittime accertate e circa 61 feriti tra i detenuti, bilancio provvisorio. Tra questi qualcuno avrebbe appiccato il fuoco uno dei locali lavanderia.
Intanto, di Alessia Piperno si hanno poche notizie. Per risolvere il caso della trentenne blogger di viaggi si è attivata la Farnesina che dopo le ore 13.20 in una nota ha rassicurato sulle condizione dell’italiana. “Alessia Piperno sta bene”. Poche significative parole del Ministero degli Esteri in contatto con l’ambasciata italiana a Teheran.
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