Il caro bollette sta distruggendo l’Italia che a gennaio pagherà il conto più alto rispetto agli altri Paesi europei. Previsti rincari fino al 30%. Bonomi: “Senza intervento Ue aumenterà il deficit”
Dal prossimo gennaio 2023 l’Italia pagherà il 30% di spesa in più rispetto alla Germania. Mentre con la Spagna il gap sale al 75%. Una situazione devastante per l’intero Paese e le famiglie e le imprese italiane già sull’orlo di una crisi economica senza precedenti. Il nostro “Bel Paese” paga così il costo dell’elettricità più cara d’Europa.
In verità succede da anni in Italia di avere un conto più salato, non è una novità saltata agli occhi degli economisti solo oggi. Ma da quando è scoppiata la crisi energetica, il divario con il resto d’Europa è diventato per il nostro Paese una montagna insormontabile di miliardi di euro. Basti pensare che la bolletta dell’energia nel periodo pre-pandemia da 87 miliardi si è aggravata di ben 110 miliardi.
E a farne carico da oltre un anno sono i contribuenti: famiglie e imprese italiane alle prese con utenze sempre più insostenibili. Questo nonostante i 60 miliardi messi sul tavolo dal governo Draghi contro il caro vita. Eppure era solo il 2019 quando il Gme spiegava che l’Italia distanziava dalla Germania solo di 15 euro per megawattora. Così come i 13 euro di differenza con la Francia e appena 5 euro dalla Spagna. Ma d’allora le cose sono cambiate. I prezzi sono decisamente schizzati alle stelle per l’Italia. Di chi è la colpa.
Da un confronto dei dati inerenti i costi dell’energia pagati dagli altri paesi dell’Unione europea da inizio anno l’Italia risulta essere il Paese che ha speso di più. Nello specifico:
Proprio quest’ultima, a differenza dell’Italia, a metà giugno ha trovato la giusta strada per frenare la corsa dell’energia. Ed è proprio Madrid che è riuscita a calmierare i prezzi del gas usato a livello nazionale per produrre elettricità, isolandosi dal sistema di interconnessione energetica Ue. Il risultato è che sia le famiglie che le imprese spagnole sono state avvantaggiate di molto. Non a caso, è stato proprio il modello spagnolo che nelle ultime settimane è emerso tra le proposte di tetto Ue al gas.
E l’Italia che si trova nel mezzo del sistema di gasdotti Ue non è riuscita a fissare il suo tetto nazionale al gas. Il motivo? Avrebbe finito per cederne i benefici anche all’estero. In sostanza, il nostro Paese dipendente dalle esportazioni e con metà dell’energia elettrica prodotta con il gas, continua ad essere ostaggio dei rincari del mercato.
Le differenze nei prezzi dei diversi paesi dell’Ue sono talmente profonde da far scattare un altro pesantissimo spread tra gli stessi Paesi europei. La Francia, per esempio, per limitare la crisi energetica e l’impatto al minimo sulle famiglie ha messo sul tavolo circa 45 miliardi di euro. Mentre la Spagna ha risparmiato, spendendo meno di 30 miliardi di euro. Così facendo ora può offrire nel suo mercato interno i prezzi più bassi di tutta Europa. Stesso esempio seguito da Portogallo e Polonia.
Infine, la Germania, che da poco ha annunciato il suo piano da 200 miliardi, che vanno ad aggiungersi ai 60 già spesi. Intanto, sarà lo stato tedesco a pagare a dicembre l’utenza del gas alle famiglie e alle piccole e medie imprese. Per le imprese italiane tutto questo sta diventando invece inaccettabile. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto circa 50 miliardi per salvaguardare l’economia nazionale. Come riporta il Messaggero, Bonomi ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di deficit aggiuntivo per salvare le imprese. È una questione di sicurezza nazionale”.
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