A due settimana esatte dalle elezioni, prove vere di nuovo esecutivo. Ieri vertice flash del centrodestra ad Arcore. I leader dei partiti che compongono la coalizione si rivedranno di nuovo in settimana, quando giovedì si insedieranno ufficialmente le Camere. Il nuovo governo potrebbe vedere la luce tra il 21 e il 25 ottobre.
Giorgia Meloni, premier in pectore, non parteciperà al Consiglio Europeo straordinario sul gas, andrà Draghi. Questione di opportunità. Toto ministri: sciolti alcuni nodi, ne restano però ancora parecchi.
Veloce, ma non troppo. Rapidi sì, ma coesi. E soprattutto pronti ad avere la lista definita di nomi, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con ogni probabilità chiamerà Giorgia Meloni, per la formalizzazione dell’incarico in qualità di nuovo Capo del Governo. E’ uno dei messaggi con cui la leader di FDI, si è presentata ieri al vertice di centrodestra, convocato ad Arcore in maniera estemporanea. Casa di Berlusconi scelta in senso di rispetto. Tempi rapidi sulla durata dell’incontro. Giornalisti opportunamente informati a riunione iniziata. Veline inviate in maniera congiunta, ma anche in modo separata al termine dell’appuntamento. Poi esistono i retroscena, le ricostruzioni, i rumors, le fonti.
Rapidi dunque si diceva, ma compatti. Quantomeno formalmente. Farsi trovare pronti con la lista dei ministri, che magari abbiano detto anche sì, quando il Capo dello Stato convocherà Giorgia Meloni per affidarle l’incarico per la composizione della nuova squadra di governo. C’è ancora qualche giorno di tempo per i tre leader, che ieri hanno portato a termine la prima vera prova, da vincitori delle elezioni politiche del 25 settembre.
L’esecutivo a trazione FDI non vedrà luce prima dei giorni compresi tra il 21 e il 25 di ottobre. Al Consiglio Europeo straordinario sul gas, in agenda per il 20 ottobre, andrà l’attuale premier in carica Mario Draghi, e non Giorgia Meloni. Questione di opportunità, di garbo istituzionale. E poi, perchè la premier in pectore dovrebbe esordire dal più scottante dei dossier?
Berlusconi-Salvini-Meloni hanno dunque trovato la squadra ad ogni questione in quei 40/60 minuti di vertice? Ovviamente no, tant’è che torneranno a vedersi già in settimana, probabile anche giovedì 13 0ttobre, quando il nuovo Parlamento, quasi dimezzato, si insedierà e la campanella suonerà dalle 10 del mattino. Domani intanto le foto di rito, prima di prendere possesso degli scranni per deputati e senatori. E sempre giovedì dovranno essere eletti i nomi dei presidenti delle rispettive assemblee.
Due le versioni più accreditate emerse dal vertice di Arcore. I tre leader hanno trovato un punto di incontro, e Giorgia Meloni si è definitivamente convinta ad affidare il Senato al fedelissimo Ignazio La Russa. Mentre Montecitorio sarebbe affidato a Calderoli, che in realtà con la Lega spingeva per entrare a Palazzo Madama. Ipotesi numero due: il Carroccio l’ha spuntata e alla fine la presidenza del Senato va a Calderoli. Anche perchè Ignazio La Russa non si “accontenterebbe” di quella poltrona, ne preferirebbe una in qualche dicastero. Magari alla Difesa.
Meloni, Salvini e Berlusconi, ad Arcore trovata intesa: 16 ministri, 4 a FI, 4 a Lega, 7 a FDI
Eccolo dunque lì l’altro nodo. E mica tanto piccolo. La lista, i nomi, la squadra, gli uomini e le donne del Premier Meloni, perchè le caselle da completare per la guida delle due Camere, insieme a quella della scelta dei o del vicepremier, riguardano strettamente i tasselli e i volti del toto ministri, sul cui numero si sarebbe trovata intesa nella riunione di ieri. Saranno 16: 4 alla Lega, 4 a FI, 7 a FDI che tra i suoi opterà per 3 tecnici di area. Ecco, sul tema gli alleati di Giorgia Meloni non sarebbero in accordo.
La riprova è arrivata proprio ieri con la nota, non quella congiunta ovviamente, diramata dalla comunicazione ufficiale del Carroccio, al termine dell’appuntamento ad Arcore. “La Lega ha chiara la propria squadra di governo, ed è pronta ai massimi livelli”. Se il partito di Salvini dunque rilancia sui politici in quota Lega, pare che per il segretario, la questione Viminale sia stata archiviata. Agli interni dovrebbe andare il prefetto Piantedosi. Lo Svilippo Economico potrebbe essere il nuovo bersaglio gradito a Salvini.
Questione vicepremier: Giorgia Meloni potrebbe non nominarne alcuno, in quel caso la regola dice che l’incarico verrebbe ricoperto dal ministro degli Esteri in carica. E il vicepresidente di FI Antonio Tajani, sarebbe molto felice di vedersi su quella poltrona. Sarebbe per lui il coronamento di una carriera politica.
Toto ministri: Salute, Giustizia, Economia
Silvio Berlusconi preme ancora per la Ronzulli per il primo dicastero ricordato. Fatto pure il nome, che sembra però già sfumato di Guido Bertolaso. Alla Giustizia avanza la candidatura della Casellati; più probabile il nome di Giulia Bongiorno in quota Lega, ma alla fine la scelta della Meloni dovrebbe ricadere su un nome più vicino a FDI, quello dell’ax magistrato Carlo Nordio. E poi c’è il MISE. La scelta deve essere blindata, per non subire le eccezioni del presidente della Repubblica. In molti avrebbero detto no in queste ore alla premier in pectore.
I dossier più urgenti e scottanti passano per quel ministero e il centrodestra ne è consapevole. “I leader si sono confrontati sulle prossime scadenze istituzionali e sulla necessità di avere un governo forte e capace di rispondere alle urgenze del Paese, a partire dall’emergenza dovuta alla crisi energetica”.
Questo veniva fatto sapere congiuntamente ieri dai tre leader dopo il vertice. Le riunioni proseguiranno anche in maniera separata, prima del nuovo appuntamento a tre. Ed è certo che prima della composizione finale delle liste, emergeranno nuove indiscrezioni. reali o presunte.