Ospitato su Rai Uno, a Porta a Porta, l’ambasciatore russo Sergey Razov parla di alcuni aspetti di primaria importanza in merito al conflitto in Ucraina. Incalzato da Bruno Vespa non si sbottona e risponde serafico controbattendo colpo su colpo.
Al centro del tema finiscono subito i territori separatisti ucraini su cui Mosca ha esteso la sua sovranità dopo i risultati referendari di due settimane fa. L’ambasciatore russo accreditato presso la Repubblica italiana, Sergey Razov, replica in studio che non si è trattato di una annessione, bensì di una adesione. Nel farlo cita altri esempi storici che, con modalità analoghe, hanno proceduto a dare concretezza al distacco di determinate realtà dall’ex madre patria.
Come successe con parecchie ex repubbliche socialiste dell’Unione Sovietica- aggiunge il diplomatico mettendo il suo sguardo in quello più guardingo di Vespa. Tornando all’attualità il riferimento è ovviamente alle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson, adesso per Mosca considerate territorio nazionale.
Sergey Razov: “La Carta ONU sancisce il principio dell’autodeterminazione dei popoli”
Ancora, l’uomo di fiducia di Putin in Italia, per blindare il discorso rimarca come la Carta delle Nazioni Unite riconosca i referendum per l’autodeterminazione dei popoli. Con riferimento a ciò, Razon aggiunge al suo ragionamento che la tornata referendaria si sia svolta secondo forme democratiche sancendo, di fatto e giuridicamente, l’adesione alla Russia con altissime percentuali. Atri argomenti inseriti nella discussione dal conduttore di Rai Uno, vertono sul problema dell’approvvigionamento del gas, della minaccia nucleare, ma anche dei crimini condotti in territorio ucraino dall’esercito russo. In merito il rappresentante diplomatico di Mosca non si scompone e commenta di essere molto deluso dalle notizie false scodellate sulla stampa occidentale. “Vengono pubblicate cose sui media occidentali che una persona normale può leggere e ascoltare solo per condanna di un tribunale o sotto narcosi. Ogni giorno sfoglio i principali giornali italiani- ha proseguito – fake news è la cosa più leggera che si può dire di quanto viene pubblicato”.
Ci sarà la pace?
Un momento di particolare tensione viene poi raggiunto tra i due interlocutori sul tema della pace. Mentre Vespa ritiene di fare una premessa circa l’impossibilità di avviare trattative di pace finché i russi si troveranno a occupare il territorio ucraino, Razov sostiene che “Putin ha detto che siamo a favore del cessate il fuoco e di sederci a un tavolo”. L’occasione consente all’ambasciatore di rilanciare che “il presidente Zelensky dice che l’Ucraina non negozierà. Bisogna aspettare che cambi idee, o che l’Ucraina cambi presidente”. La dichiarazione pungola la reazione di Vespa che replica così: “Avete provato a farlo sparandogli”.
Razov rispedisce al mittente anche le accuse contro la Russia sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream. “Si specula che sia stata la Russia a sabotare il proprio gasdotto: capisco, sotto propaganda, ma non siamo idioti” – risponde il diplomatico.
Infine il gas russo, la cui assenza sul mercato europeo sta generando molti malumori in vista dell’inverno, ma anche le speculazioni della borsa olandese. Al riguardo Razov afferma che sono state “la Ue e l’Italia a non volere più” le forniture. Si fa invece più cauto quando con molto calcolo risponde al giornalista sulla possibilità del ricorso all’arma nucleare: “Non abbiamo intenzione di partecipare a questa escalation. – dice – Putin ha detto che difenderemo il nostro territorio con tutti i mezzi e le forze a disposizione, e ha ricordato che abbiamo vari tipi di armamenti, Tutto il resto sono speculazioni dei media, parole all’aria”.