Giorgia Meloni legge messaggi, “anche” quelli di Matteo Salvini. Lo dice la leader di FDI entrando alla riunione dell’esecutivo. “Veti sui ministri?” “Non mi risulta ce ne siano. Sbagliato partire dai veti”. Le parole di Francesco Lollobrigida, durante il vertice.
Quando scende dalla macchina per entrare in via della Scrofa, dove l’attende lo stato maggiore del partito per l’esecutivo nazionale di FDI, Giorgia Meloni è alle prese col suo telefono.
“Legge la lista dei ministri?” Prova ad incalzarla il corteo dei giornalisti. “No, guardo i messaggi” “Compresi quelli di Salvini?” “Anche”. La chiude lì il futuro Presidente del Consiglio. Poi entra nella piccola stanza, dove presiederà la prima riunione ufficiale, dopo il voto del 25 settembre.
“Scenari e determinazioni alla luce del risultato delle ultime elezioni politiche”. Questo il tema ufficiale all’ordine del giorno. Ufficiosamente, facile immaginare che Giorgia Meloni e i suoi fedelissimi (Lollobrigida, Fazzolari, La Russa, Donzelli , tra gli altri seduti al tavolo di via della Scrofa) abbiano parlato di toto ministri, di lista presentata dalla Lega dopo il Consiglio Federale di ieri, di richieste degli alleati di coalizione.
Sobrietà. È però la linea dettata ancora dalla leader di FDI. Evitare polemiche e dichiarazioni che possano nuocere alla composizione della squadra di governo. Affidarsi al silenzio o a dichiarazioni concordate, e che non ledano l’immagine del partito chiamato a guidare il Paese. I più ligi di FDI si attengono a questa linea, poi qualche voce, se provocata dai giornalisti assetati di risposte, pazientemente arriva. La prima, è quella di Fabio Rampelli, che prima che l’esecutivo avvii i lavori, si concede ai microfoni. Le richieste di Salvini sul Viminale, restano al centro dell’attenzione dei media. Veti, è una delle parole più ricorrenti in questi giorni. “Non mi risultano veti su Salvini agli Interni e poi alla fine ci sarà un capo del Governo che deciderà”.
Governo, Francesco Lollobrigida a riunione FDI “ veti su Salvini? Sbagliato partire così
E poco dopo, il termine veti ritorna pure tra le dichiarazioni del capogruppo alla Camera Lollobrigida. È lui l’uomo indicato da Giorgia Meloni a dichiarare alla stampa :”A me non risulta che ci siano veti di alcun tipo, partire dai veti e’ sbagliato, partire dalle competenze, dalle qualita’, dalle capacita’ delle persone che possono accompagnare il popolo italiano, nel ruolo importante all’interno di un Consiglio dei ministri a fare il meglio possibile, per restituire a questa nazione il ruolo che merita”. Ma Francesco Lollobrigida parla anche di squadra di governo. Di ministri tecnici e ministri politici. “Un governo eletto dal popolo con una solida maggioranza e’ gia’ un governo politico. Poi, se la situazione lo richiede c’e’ la possibilita’ di utilizzare competenze di altro profilo perche’ bisogna dare al Paese la migliore offerta politica”. Nomi ovviamente impossibile tirarne fuori. “Un tecnico all’economia? Solo la verifica delle competenze necessarie”.
Lollobrigida si congeda poi dai giornalisti appellandosi alla volontà del Capo dello Stato, pur di allontanare il “calice” del nodo Meloni sulla scelta dei ministri: ”Non entro nel merito, attendiamo che il presidente Mattarella definisca” le proprie decisioni “dopo le consultazioni e con la formazione del Parlamento.” Perché prosegue il capogruppo “purtroppo non abbiamo ancora nemmeno l’elenco degli eletti dei singoli partiti a causa di una disorganizzazione oggettiva”.
Esecutivo FDI, senatore Ciriani “Opportuno Salvini al Viminale? Decide Meloni”
La riunione dell’esecutivo termina diverse ore dopo. Pausa pranzo compresa a base di tramezzini. Probabile anche un buon caffè ci sia andato di mezzo. Soltanto intorno alle 15, gli uomini della Meloni escono in ordine sparso. La leader intanto prova a depistare i fotografi, intimando al suo autista di spostare l’auto con la quale viaggia ogni giorno. “Sta uscendo, sta uscendo, parlate con lei… “ Prova la fuga anche il senatore La Russa, poi alla fine il pedinamento porta i suoi frutti. “Non si è parlato di nomi, non si è parlato di tecnici”. Impossibile credere al politichese del senatore. Allora i cronisti deviano sul capogruppo al Senato, Ciriani che chiarisce meglio cosa intenda quando dice che Salvini agli Interni, non sarebbe il caso per questioni di opportunità. “Su questo punto interverrà il presidente Meloni”.
Le dichiarazioni di La Russa e Ciriani, suggellano l’esecutivo di partito, che conferma pieno mandato alla propria leader, per la costruzione della squadra di governo. “Non contano i nomi, contano le competenze, perché io ci metto la faccia”. Sarebbero queste infatti le parole ripetute come un mantra da Giorgia Meloni ai suoi durante la lunga riunione. Quindi nessuna preclusione a figure tecniche. Intanto mentre la premier in pectore lascia Via della Scrofa, il Presidente del Consiglio in carica convoca la maggioranza per un CDM sul Pnrr. Pare che l’esclusione di FDI al tavolo non sia stata presa benissimo. Per usare un eufemismo.