“L’Iran controlla tutto. L’arresto di Alessia Piperno a Teheran è un’arma a doppio taglio. Immediato rilascio o merce di scambio”. Ne è convinta Tiziana Ciavardini, una delle massime esperte di Iran in Italia, che in esclusiva a Free.it prova a ricostruire i contorni di questa intricata vicenda e i motivi che hanno portato alla detenzione, dallo scorso 28 settembre nelle carceri iraniane, della trentenne travel -blogger romana.
Un caso diplomatico. Ecco cosa è diventato l’arresto di Alessia Piperno, la trentenne romana detenuta in un carcere di Teheran dallo scorso 28 settembre.
A denunciare l’accaduto, ci ha pensato il padre della giovane attraverso un post, pubblicato sui social e poi cancellato, domenica scorsa. La Farnesina ha ovviamente avviato immediatamente le procedure del caso e le ultime notizie, mentre la famiglia preferisce restare in silenzio e in attesa di sviluppi, raccontano di una trattativa tra Italia e Iran che punta all’espulsione.
“Alessia potrebbe essere rilasciata subito oppure no. Per l’Iran potrebbe essere considerata merce di scambio, ma neanche la Farnesina puo’ conoscere in questo momento i dettagli delle richieste iraniane”. Per capire meglio le dinamiche che si celano dietro l’arresto di Alessia Piperno, Free.it ha rivolto una serie di domande a Tiziana Ciavardini, antropologa e giornalista, ma soprattutto una delle massime esperte di Iran nel nostro Paese.
In Iran Tiziana Ciavardini ha vissuto stabilmente per 13 anni ed è continuata a tornare fino a quando non è scoppiata la pandemia. Poi contro di lei sono arrivate anche minacce da parte del regime iraniano. Autrice di diversi libri che raccontano della vita nel Paese, oggi teatro di repressioni durissime nei confronti di chi lotta e invoca libertà, ama ricordarne soprattutto il primo “Ti racconto l’Iran. I miei anni in terra di Persia”. Nell’ultima frase del libro, la Ciavardini scrive “Dedicato a tutte le donne iraniane, a quelle del cambiamento e quelle della tradizione, la cui forza e determinazione mi hanno trasformata in una donna migliore”. La sua intervista a Free.it
Tiziana Ciavardini, lei è un’estrema conoscitrice della cultura e del regime che vige in Iran. Immagino si sia fatta un’idea precisa della detenzione di Alessia Piperno?
“Ovviamente sì. Credo che Alessia abbia azzardato”
Ci spieghi meglio.
“Alessia è una viaggiatrice esperta, una travel blogger nota anche e soprattutto per i suoi numerosi post pubblicati sul suo profilo Istagram. Molti di questi sono stati scritti in concomitanza delle forti proteste e conseguenti repressioni, che in questo momento affliggono il popolo iraniano, che chiede libertà. Non solo per la questione del velo. Molte donne iraniane sono rimaste affascinate dai messaggi di Alessia, ma c’è anche chi in privato alla ragazza romana aveva scritto, consigliandola di rimuovere certi contenuti. In Iran io ci ho vissuto per 13 anni, so che l’Iran vede e controlla tutto. E anche se scrivi, avendone ogni diritto da italiano o comunque da straniero su un tuo social, il regime ne ha contezza. Sempre. Infatti molti post in risposta ad Alessia, in queste ore, sono stati cancellati. Le donne hanno paura si possa risalire a loro dal cognome. l’Iran potrebbe applicare ritorsioni nei confronti delle loro famiglie”.
Le ricostruzioni fatte in queste giorni, comprese quelle della famiglia di Alessia, circa le modalità dell’arresto la convincono? Dove crede Alessia sia detenuta? e che tempi potrebbero esserci per il rilascio?
“Ho avuto modo di parlare col padre di Alessia in questi giorni e se potrò andrò a casa dei genitori della ragazza per manifestare tutto il mio appoggio e dare tutto il mio sostegno. A loro ho detto chiaramente che nessuno, nemmeno la Farnesina in questo momento può conoscere i dettagli delle richieste che avanzerà l’Iran. Perchè Alessia Piperno, cittadina italiana con passaporto italiano, non ha commesso alcun reato. Quindi io credo sia considerata una prigioniera politica. Il rilascio potrebbe essere immediato, oppure avvenire nel tempo. L’Iran potrebbe usarla come merce di scambio”.
Dove crede sia detenuta Alessia? E in carcere corre rischi per la sua vita?
“Ad Alessia non torceranno un capello, la famiglia da questo punto di vista può stare tranquilla. Credo sia detenuta, magari in isolamento, in un carcere di Teheran dove di norma vengono arrestati e portati i detenuti politici. L’Iran, è vero, non parla ufficialmente in queste ore, ma ovviamente sa che Alessia è una cittadina italiana, che per altro non ha partecipato attivamente a nessuna manifestazione di protesta al regime. Ecco perchè dico che questo è diventato un caso diplomatico, ed ecco perchè sono convinta che Alessia possa essere usata come merce di scambio. Lei ha solo commesso la leggerezza di scrivere ciò che pensa su un proprio social, non ha mica scritto contro l’Iran su un giornale!”
Chi in questo momento potrebbe o dovrebbe prendere in mano la situazione?
“L’ambasciatore a Teheran deve avere coraggio e chiedere immediatamente il rilascio di Alessia, in virtù di tutti i motivi elencati prima. Ripeto lei è una cittadina italiana. Certo, era da due mesi e mezzo nel Paese. Arrivava a Teheran dopo un viaggio nel nord dell’Iran, e avrebbe forse, non dovuto correre il rischio di restare “libera” nella città. Mi chiedo infatti per quale motivo, vedendo che le proteste diventavano serie e preoccupanti, non abbia chiesto asilo all’ambasciata italiana. Ogni giorni ricevo video in cui la polizia reprime le proteste sparando sulla folla. Le proteste per la libertà!”
Quali sono i rapporti diplomatici tra Italia e Iran?
“L’Iran è un partner commerciale ed economico molto buono per l’Italia, e i rapporti soprattutto di natura culturale sono sempre vivi. Quando Matteo Renzi era a capo del governo, vennero stipulati diversi contratti. Alcuni ancora in essere, altri non sono andati poi a buon fine”.
Cosa si sente di dire, alla fine di questa intervista?
“Intanto mi auguro che l’attenzione sulla detenzione di Alessia sia sempre massima, in attesa che il rilascio avvenga in tempi brevi e senza alcun tipo di problema. Vorrei pure far notare l’accanimento social, scoppiato dal momento in cui la notizia dell’arresto di Alessia è diventata virale sul web. Ho letto commenti a dir poco imbarazzanti. E poi dico, ciò che accade in Iran, la violenza per reprimere le proteste di chi chiede di essere libero, deve essere tema di interesse in Italia e in Europa. Non possiamo continuare a voltarci dall’altra parte.”