Il caro bollette sta mettendo in difficoltà gli italiani e già ieri da nord a sud ci sono state diverse manifestazioni di protesta. Il malcontento per le bollette folli che stanno arrivando sta crescendo di giorno in giorno. E ciò mette sotto pressione un governo che ancora non si è nemmeno formato.
Ma gli interventi sono decisamente urgenti. E forse Giorgia Meloni dovrà iniziare da quanto già fatto dal precedente governo. A Free.it Antonio Misiani, senatore Pd e responsabile Economia e Finanze del Partito Democratico.
In tutta Italia sono in programma per questi giorni molte manifestazioni. C’è chi brucia le bollette, chi mette in vetrina gli conti dell’energia elettrica del proprio negozio. E poi c’è chi annuncia la chiusura, come la catena di hotel in Puglia. Quali sono gli strumenti per tamponare questa vera e propria emergenza sociale?
Quanto prenderà il nuovo governo dal precedente in termini di politiche per affrontare il caro bollette?
“Inevitabilmente molto. Primo punto di partenza positivo sono i numeri della nota di aggiornamento che dice che i conti nel 2022 vanno meglio del previsto. C’è, quindi, un margine di bilancio che può essere utilizzato immediatamente e solleciteremo il governo a farlo subito. Sono circa 10milirdi di euro che possono essere incrementati con una proroga e un rafforzamento dell’imposta sugli extra profitti. Questo pacchetto dev’essere utilizzato, in questo momento difficile, per aumentare gli aiuti alle famiglie e alle imprese. E se necessario. Intensificando gli strumenti messi in campo dal precedente governo”.
Per esempio?
“Penso ai crediti di imposta per le imprese energivore, penso ai bonus sociali per luce e gas per le famiglie fragili e altre misure che, complessivamente, in questi mesi hanno toccato i 66 miliardi di euro. Poi è chiaro che in autunno si apre il percorso di ridiscussione della legge di bilancio del 2023 e lì vedremo quello che il nuovo governo metterà in campo”.
Secondo lei, ci dev’essere un elemento di discontinuità?
“Beh, se c’è un elemento di discontinuità su cui varrebbe la pena di intervenire è il controllo dei prezzi. Il precedente governo non ha portato a termine, per difficoltà tecniche, il tema del disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità prodotta dal gas rispetto a quella prodotta dalla rinnovabili.
Caro bollette, Antonio Misiani (Pd) a Free.it | “Distorsione di mercato evidente..”
Questo è un nodo non più eludibile, perché stiamo parlando di differenze da 1 a 8 a 1 a 9. Ed è una distorsione di mercato evidente che da una parte sta regalando decine di miliardi di extra profitti. Dall’altra carica di oneri non dovuti le famiglie e le imprese italiane”.
Per quanto riguarda il tetto dell’energia in Europa, come pensa che andrà avanti la discussione?
“Qualche passo in avanti rispetto al muro di diffidenza dei mesi scorsi è stato fatto. Oggi sono 15 i Paesi che condividono la proposta del governo italiano. Certo, la fuga in avanti della Germania, che ha stanziato 200miliardi di euro, sicuramente non aiuta. E indebolisce la solidarietà e la coesione europee. Che sono assolutamente essenziali di fronte a una guerra energetica che la Russia ha scatenato. Il nuovo governo italiano dovrà insistere su questo punto del tetto al prezzo del gas. Così come bisognerà insistere con la ridefinizione di strumenti finanziari comuni che aiutino i Paesi a sostenere i propri cittadini di fronte al caro energia”.
Questo caro bollette sta facendo emergere il problema della povertà energetica. Cosa si può fare?
“Le famiglie che usufruiscono del bonus sociale luce e gas, cioè quelle che presentano la dichiarazione Isee inferiore a 12mila euro sono protette. Il problema è che una parte delle famiglie che avrebbero diritto al bonus non presentano l’Isee e non ne usufruiscono. Dall’altro lato c’è il problema delle famiglie che stanno sopra il tetto dei 12mila euro e spesso, però, hanno un reddito medio basso.
Che sono protette solo in minima parte e che in questo momento subiscono una forte pressione causa aumenti delle bollette. Noi oggi, dal punto di vista sociale, dobbiamo rafforzare gli strumenti che riguardano i redditi medi e medio bassi. Per esempio, noi Pd proponiamo di aumentare la soglia del reddito Isee. Ma si possono immaginare anche altri strumenti. E poi c’è la necessità di difendere il potere d’acquisto dei redditi fissi con il taglio del cuneo fiscale. Noi proponiamo il potenziamento della quattordicesima pensionistica per i pensionati”.