Una settimana esatta dall’esito del voto, con vista prossimo esecutivo. Giorgia Meloni futuro Premier in pectore, sceglie la linea dei silenzio e detta rigore agli uomini e alle donne di FDI. Matteo Salvini punta sulle note ufficiali e convoca per domani il secondo vertice del consiglio federale della Lega. Obiettivo costruire in tempi rabidi la squadra di governo più efficace possibile. A tenere banco in queste ore, sono le dichiarazioni delle opposizioni. Il governo durerà poco? “Sì, ma non per la Meloni…”. Resta convinto della sua tesi Carlo Calenda, intervenuto questa mattina ai microfoni di Agorà.
La campagna elettorale è terminata. Eppure le frasi ad effetto e i colpi agli avversari politici, non mancano tra le munizioni del segretario di Azione Carlo Calenda. Giorgia Meloni e gli alleati di coalizione, il price cup nazionale ed europeo, il perenne no al M5S e l’impietosa analisi sullo stato in cui versa il Pd.
Il leader del Terzo Polo, così da tutti definito perchè “Matteo Renzi è stato generoso e ha fatto un passo indietro come tutti gli chiedevano , ma che nessuno glielo riconosce“, durante un’intervista al programma di Rai 3 Agorà, torna sui temi caldi del post voto.
Calenda aveva già espresso la propria perplessità circa la durata del governo a trazione FDI, ma è inevitabile che le domande di chi lo intervista, vertano soprattutto su questo fronte. Magari nel frattempo il leader di Azione ha cambiato parere, ma stando alla sua risposta le convinzione è rimasta la medesima: “Sono sempre della stessa idea, ma non per la Meloni…E’ del tutto evidente che Berlusconi e Salvini agiscano insieme, hanno la volontà di indebolire la Meloni anzichè aiutarla al governo”.
Governo, Calenda (Azione) “Meloni dica cosa vuol fare. Dovrà gestire tempesta perfetta”
Verrebbe da pensare che Carlo Calenda, con questa risposta, si schieri dalla parte di chi a breve verrà chiamata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a guidare il nuovo esecutivo. Niente affatto, perchè il segretario di Azione ne ha anche per la presidente di FDI, nei confronti della quale dichiara di non conoscere quale siano piani e soluzioni rispetto alla “tempesta perfetta” che si sta per abbattere sull’Italia. Aggiunge infatti Calenda ad Agorà: “Non sappiamo come la Meloni intenda affrontare le promesse che ha fatto in campagna elettorale…il problema dei costi pubblici, come tamponare il caro bollette”.
Il pensiero del frontman del Terzo Polo, è che se la numero uno del partito, che ha raccolto i maggiori consensi durante le elezioni del 25 settembre, non agisce rapidamente “I mercati vedranno che l’Italia è il Paese più fragile e scomposto”. Se questo avvenisse per Carlo Calenda partirebbe la speculazione “Cosa che sta già accadendo”.
Idee, promesse e progetti da campagna elettorale non riguardano però solo ed esclusivamente la coalizione di centro destra che per Calenda continua essere “fragile”. Nelle settimane che hanno portato il Paese al voto infatti, i due leader di Azione e Italia Viva, avevano più volte parlato della costruzione di un partito unico. Ancora in piedi quella intenzione? E con la direzione del Pd convocata per il prossimo 6 ottobre in vista del Congresso Costituente, possibili ritorni al dialogo tra Terzo Polo e il partito del segretario/traghettatore Enrico Letta?
Il senatore Calenda, chiudendo il suo intervento ad Agorà, analizza il momento complesso del Pd perchè è certo, che all’interno del partito del Nazareno esista un’ area riformista soccombente che non cederà alla attrazione del M5S. “Il Pd ad un certo punto dovrà scogliere il nodo, sceglierà il M5S e la parte che non ci sta verrà con noi”.
Guardano invece a possibili nuovi ingressi da destra, il pensiero va inevitabilmente a Letizia Moratti, non esattamente in buoni rapporti con gli alleati della sua coalizione, in vista delle elezioni regionali in Lombardia… Eppure qui Carlo Calenda per una volta non attizza il fuoco, anzi dichiara apertamente che sul tema a breve, già oggi stesso probabilmente, dovrà parlare con Matteo Renzi. Tutto ciò sa di strategia. Non dire, ma rilanciare ad una nuova puntata della partita politica.