Dopo il disastroso risultato alle elezioni del 25 settembre, la Lega è in subbuglio, anche se finora non l’ha voluto troppo sottolineare. Ma in queste ore, con il leader Salvini sempre più solo e in difficoltà anche con Giorgia Meloni, nel carroccio si consuma uno storico strappo.
A creare una fronda interna alla Lega, partito tradizionalmente monolitico e senza correnti, è Umberto Bossi. Il senatùr, che per 24 ore ha rischiato di rimanere fuori dal parlamento, ha deciso di riprendersi le redini del suo partito.
E ha fondato il Comitato del Nord, per rilanciare il progetto autonomista. I ben informati raccontano di un Bossi arrabbiato con Salvini per aver sfasciato il partito e aver consegnato voti alla Meloni. E per questo ha deciso che è arrivato il momento di ritornare alle origini. Di ritornare, insomma, a quando le Lega faceva incetta di voti nelle regioni del nord, cosa che a questa tornata elettorale non è successa.
A quando i temi erano quelli classici, che piacciono alla gente di quelle regioni, prima fra tutte la secessione, che ora, però, si chiama autonomia. Lo ha sottolineato anche un comunicato stampa della Lega, che prova a riprendersi l’attenzione, mentre tutti sono concentrati su Meloni e sul governo in formazione.
“Dopo trent’anni di battaglie, questa sarà la legislatura che finalmente attuerà quell’autonomia delle Regioni che la Costituzione prevede. È nel programma del centrodestra, non costerà nulla anzi farà risparmiare milioni, avvicinerà i cittadini alla politica, taglierà sprechi e burocrazia. E il ministero per le Riforme e gli Affari regionali sarà protagonista di questa pacifica rivoluzione”, si legge nella nota del Carroccio.
Intanto il neo Comitato per il nord sta già raccogliendo adesioni tra Lombardia e Piemonte. E forse già nei prossimi giorni si terranno le prime riunioni. Matteo Salvini al momento non ha commentato. La linea è sempre la stessa: negare la sconfitta, parlare di unità della Lega e di compattezza del centrodestra.
Ma la verità potrebbe essere ben diversa. E anche nella stessa Lega il ruolo di Salvini è pesantemente in bilico. Qualche giorno fa è stato un altro dei fondatori del Carroccio ha decretare la fine dell’era Salvini. Roberto Maroni ha, infatti, candidato alla guida della Lega il governatore del Veneto Luca Zaia.
Segno indiscutibile che una fronda importante del partito non ha più fiducia nel Capitano. Anche Gianni Fava, ex sfidante di Salvini al congresso del 2017 ha preso l’iniziativa e ha organizzato per il prossimo 15 ottobre un incontro dal titolo Per il Nord riparte la battaglia.
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