“Pseudo giornalista, si vergogni di attaccare mia figlia per un padre che è costato solo lacrime”. Nella vicenda Rula Jebreal contro Giorgia Meloni, interviene la mamma del futuro premier in pectore, Anna Paratore.
La donna usa una lettera pubblicata e ripostata sui social di diversi parlamentari di FDI, per difendere la figlia e attaccare duramente la Jebreal. E nella lettera non mancano passaggi di vita estremamente personali.
Altro capitolo della polemica Rula Jebreal -Giorgia Meloni, sorta dopo che la giornalista italo israeliana aveva ricordato in un post l’arresto del padre della Meloni avvenuto diversi anni prima per narcotraffico, e la cui “notizia” era stata riportata e ricordata dalla stampa spagnola. Il gesto della Jebreal aveva suscitato critiche e attacchi e in difesa di Giorgia Meloni erano intervenuti giornalisti, politici, anche distanti dalla coalizione di centro destra come nel caso di Carlo Calenda che su twitter aveva suggerito alla Jebreal di cancellare quel post perchè “la politica e tantomeno il giornalismo non si fanno in questo modo.”
Ed ora ecco anche la lunga lettera di Anna Paratore, mamma della presidente di FDI, che già in occasione del successo elettorale aveva scritto alla figlia. D’altro canto la Paratore è autrice di centinaia e centinaia di romanzi rosa, come più volte ricordato anche dalla Meloni. Stavolta però di romantico, nella lunga lettera ripostata da numerosi parlamentari del partito sui social, c’è veramente poco. Anzi. “Dopo che per anni ho sopportato i peggiori insulti nei confronti di Giorgia, bugie e mistificazioni di tutti i tipi, calunnie vergognose che, detto per inciso, se in Italia sei di destra non riesci nemmeno a far condannare in un’aula di tribunale, sono davvero stufa”.
Anna Paratore avverte l’esigenza di difendere la figlia, anzi le figlie, ricordando e ripercorrendo anche momenti intimi e complicati della vita che le tre donne hanno dovuto attraversare. “La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica, così come non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato già da svariati anni . L’ultima volta che le mie bambine ed io lo abbiamo incontrato è stato in un lontano pomeriggio intorno al 1988, a Villa Borghese, un giardino pubblico romano, dove Francesco Meloni aveva chiesto di rivedere le sue figlie dopo che da circa 5 anni non avevano sue notizie”.
La vita di Giorgia, analizzata dalla madre, a fare da scudo a quella del futuro Presidente del Consiglio che invece in questi giorni continua a schivare ogni domanda dei giornalisti. Prosegue il racconto di Anna Paratore rispetto a quell’incontro: “Fu un incontro inutile e superficiale, con due bimbette che a malapena si ricordavano di lui, e lui che si faceva chiamare Franco perchè sosteneva che papà lo invecchiasse”. Poi il racconto di mamma Paratore fa un salto di 20 anni quando la figlia venne nominata vicepresidente della Camera e anche in quel caso il padre delle figlie cercò un nuovo approccio. “Giorgia disse di no. perchè dovrei vedermi con una persona che se incontro per strada nemmeno riconosco. Non ho niente da dirgli.”
Da qui, dall’incontro negato di Giorgia a Franco Meloni, Anna paratore, madre e scrittrice, tra spunto per l’affondo durissimo a Rula Jebreal “Un vero colpo di fortuna il negarsi, visto ciò che sta accadendo in queste ore, quando una pseudo giornalista si permette di cianciare su mia figlia utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime, e da cui non ha mai avuto il sollievo di una carezza o di un bacio, per non dire un piatto di minestra. Si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi, mai partoriti soprattutto perchè, a differenza di tanti bei faccini che fanno carriera sgomitando grazie ad amicizie importanti, mia figlia scema non è e quando parla sa ciò che dice”.
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