Al via a Roma la riunione della Lega. Il segretario federale Matteo Salvini riunisce i parlamentari dopo il faccia a faccia con Giorgia Meloni. Il leader del carroccio serra i ranghi del partito, al suo arrivo all’incontro, alle domande dei cronisti ha ribadito che l’ipotesi dell’appoggio esterno è solo una sciocchezza. Due ore di lavoro poi il rompete le righe.
All’ ingresso consegna del silenzio per tutti o quasi. Poi arriva lui, Matteo Salvini che alla domanda se la Lega darà solo appoggio esterno al Governo che sta per nascere, risponde “Quante sciocchezze che scrivete…” poi, veloce evita le altre domande dei giornalisti. Inizia così alla Sala Umberto in via della Mercede a Roma, la prima riunione con gli eletti in Parlamento della Lega.
Volti nuovi, e nomi noti. Alcuni in odore di dicastero. Sì ma quale? O quanti in quota Lega entreranno nella lista dei ministri dell’esecutivo che sarà guidato con ogni probabilità da Giorgia Meloni? Convocazione alle 15, i più ligi ed emozionati, rispondono presente già diversi minuti prima dell’ora fissata. Nessuno ha voglia di parlare o meglio, quasi tutti preferiscono attendere che prima in assemblea il segretario riferisca loro il messaggio da diffondere urbi ed orbi. Le polemiche interne alla Lega in queste ore sono tante e divisive.
Preferibile uscire dalla riunione con qualcosa da dire, che sua stato già condiviso coi vertici del partito. È così anche i deputati e i senatori più esperti, perché loro in Parlamento ci entreranno non da neofiti, schivano telecamere e microfoni e si infilano nella sala in cui è stato programmato il vertice. Massimiliano Romeo, Riccardo Molinari, Giulia Bongiorno, Edoardo Rixi, Gianmarco Centinaio, Claudio Durigon.
Eccoli gli esperti del Palazzo che capeggeranno il gruppo in Parlamento e faranno scuola ai neo eletti. La riunione comincia. La consegna del silenzio è stata rispettata.
Quasi due ore. E poi liberi tutti. Sì, di uscire ma non parlare. È terminata così dunque la prima riunione ufficiale tra i parlamentari vecchi e nuovi della Lega e Matteo Salvini. Ogni speranza riposta dai cronisti nel post incontro, si è frantumata contro il miro di gomma evidentemente voluto dai vertici del partito. “Ci hanno tolto pure i telefoni”, racconta Claudio Borghi uscendo dall’assemblea. Tra i pochi a preferire la porta principale, mentre la maggior parte di senatori e deputati preferisce “fuggire” da ingressi di servizio.
Ma la curiosità nel frattempo monta, e le domande restano senza risposta. Non tutte però, perché la comunicazione ufficiale della Lega di Salvini, quasi in contemporanea alla fine della riunione, invia un video messaggio per documentare l’epilogo dell’appuntamento politico. Tutti gli eletti del Carroccio sono in piedi, sul palco. Volti sorridenti, mani che applaudono, voci che inneggiano. Prima al partito in coro “Lega, Lega” poi il suo leader. “Matteo, Matteo” scandito tra applausi e sorrisi. Dunque fiducia massima.
Il segretario Matteo Salvini, aspetta che la sala si svuoti e le poltrone della Sala Umberto vengano lasciate libere. Resta così qualche minuto a colloquio, privato, con un altro pilastro del Carroccio: Giancarlo Giorgetti. Poco prima di entrare dice “Se resto fuori dal Govenro mi riposo un pò”. Uno scatto diffuso dallo staff del partito. Resta da capire di cosa abbiano discusso. Da Giorgetti a Lorenzo Fontana, il coro unanime “Governiamo compatti”.
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