Carlo Calenda torna a parlare sul tema delle elezioni e commenta che gli elettori non hanno fatto la scelta giusta. Per lui il governo di centrodestra che sta per formarsi, durerà pochissimo. Ecco cosa ha detto più dettagliatamente il leader di Azione.
Il duo Calenda-Renzi è uscito un po’ malconcio dalle ultime elezioni politiche del 25 settembre scorso. Il magro risultato elettorale del polo di centro non ha però impedito ai suoi due leaders di assicurarsi un posto in Senato.
Proprio quel Senato che Renzi voleva abolire anni fa con un referendum sottoposto agli italiani e bocciato col 59,12 % dei voti validi. In attesa della formazione del nuovo governo di matrice meloniana, Calenda rilascia una intervista a La Stampa in cui non nasconde delusione, rabbia e progetti di rivalsa.
Le ultime dichiarazioni di Carlo Calenda hanno suscitato molte polemiche, anche perché il leader di Azione tuona contro gli elettori, artefici della vittoria della Meloni e dei suoi alleati. Quindi riferendosi al centrodestra che preferisce chiamare ostinatamente destra, Calenda ritiene che “non sarà capace di governare”. L’ex ministro poi aggiunge: “secondo me dura quattro, massimo sei mesi”. E ancora: “è una coalizione super litigiosa, con una classe dirigente inesperta e incompetente”. Le parole dell’ex dirigente della Ferrari sono dure e dirette. Senza giri di parole Calenda rilascia alla Stampa di Torino la sua previsione sul futuro (breve) del costituendo governo: “Hanno fatto promesse che valgono più di 180 miliardi di deficit, con loro finiamo per spaccarsi la testa. Abbiamo già rischiato nel 2011 e in questa legislatura: se ci ritroviamo in questa situazione – afferma – poi chi ci mettiamo, visto che il più autorevole lo stiamo mandando via?”. Il riferimento nemmeno a dirlo è a Mario Draghi.
Secondo Carlo Calenda gli elettori sono “colpevoli” di aver voltato le spalle alla parte giusta. “Se finiamo a carte 48, non potranno dire ‘io non c’ero’. Bisogna essere consapevoli delle proprie scelte. Hanno votato come se fossero a una kermesse teatrale o al televoto – sostiene sferzante Calenda – Prima o poi si renderanno conto che bisognava scegliere chi promette cose praticabili e ha l’esperienza per realizzarle”.
Questa volta il riferimento neppure a dirlo è a lui e al compagno d’avventura Renzi. Infine, con la stessa sicumera, il neo senatore chiude alla riforma in senso presidenziale e chiosa: “ apriremo un cantiere per allargare il nostro spazio politico, accogliendo tutti gli elettori che presto scapperanno da Forza Italia e dalla Lega, dal PD e da +Europa. L’obiettivo è arrivare pronti, con un partito strutturato, tra due anni alle elezioni europee”.
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