Eclatanti e gravi accuse contro un importate arcivescovo della Chiesa Cattolica, pure premio Nobel per la Pace. Il caso riguarda Carlos Felipe Ximenes Belo, di Timor Est.
Contro Sua Eccellenza si rovescerebbero addosso accuse di abusi sessuali ai danni di bambini. La vicenda rischia di diventare uno scandalo di enormi proporzioni e conseguenze, risalendo nel tempo fino all’epoca di Giovanni Paolo II. La caduta di Carlos Felipe Ximenes Belo farebbe rumore, tanto rumore.
L’arcivescovo oltre a godere di grande fama in tema di qualità spirituali e umane, è anche un premio Nobel per la Pace. Adesso contro di lui alcune accuse di abusi sessuali potrebbero mettere a repentaglio la sua stessa persona e far deflagrare una bomba a scapito della Chiesa.
L’arcivescovo sospettato di violenze su minori
E’ finito al centro della bufera il 74enne uomo di Chiesa timorese, Ximenes Belo. Nei suoi confronti sarebbero saltate fuori accuse di violenza su minori. Reato che non avrebbe avuto difficoltà a commettere, viste la sua fama e la sua privilegiata posizione nel Paese. Le vittime sarebbero dei bambini poveri e bisognosi di aiuto. In condizioni di fragilità e profondo disagio. Nel 2002 le prime denunce per pedofilia giunsero in Vaticano, ma stando a quanto si apprende non sortirono effetti.
Di certo il vescovo venne trasferito in Mozambico, ancora a contatto con bambini e giovanissimi. Al tempo papa Giovanni Paolo II non stava proprio benissimo e segretario di Stato era il cardinale Angelo Sodano. Qualche anno prima, nel 1996, l’arcivescovo accusato ritirava il Premio Nobel per la Pace, consegnandosi al mondo come un esempio ricolmo di copiose virtù evangeliche.
La testimonianza di una presunta vittima
“Il vescovo mi ha tolto i pantaloni, ha iniziato a toccarmi e mi ha praticato del sesso orale” – queste le incredibili parole di Paulo contro l’arcivescovo. A raccogliere le dichiarazioni dell’uomo, oggi 45enne, ci ha pensato il giornale olandese De Groener Amsterdammer alla fine di un’inchiesta durata diversi anni. Mentre a rilanciare la notizia in Italia se n’è occupato Il Messaggero. Paulo ha aggiunto che dopo l’accaduto il presule gli diede dei soldi, e se ha deciso di parlarne solo adesso è perché si vergognava, pensando che un po’ di colpa l’avesse anche lui. Una situazione, quella che descrive la presunta vittima, perpetrata nei confronti di bambini poveri e in condizioni di estrema difficoltà. Un’accusa contro un benefattore di quelle proporzioni, sarebbe stata anche difficile da credere, lascia intendere Paulo: “Non mi avrebbero mai creduto”
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Le cose cambiano però nel 2002, quando Ximenes Belo si dimette improvvisamente. Da quel momento cominciano a circolare voci sul suo conto per nulla edificanti, veicolate anche dalla stampa locale. Tutte ricostruzioni che vengono però respinte dalla Chiesa di Timor Est. Quindi Belo viene trasferito in Mozambico e sollevato dall’incarico direttamente dal pontefice. A contribuire sullo spostamento sembra siano state anche le sue cattive condizioni di salute, che gli valsero delle cure in Portogallo. Riguardo la scottante vicenda,nessun commento è giunto da oltre Tevere. L’impianto accusatorio è ancora tutto da dimostrare e per adesso il caso è trattato solo sui giornali.