Si è concluso con una condanna il processo di primo grado sulla morte del piccolo Samuele, il bimbo precipitato dal balcone più di un anno fa. Responsabile della tragedia è stato ritenuto il domestico Mariano Cannio.
Al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, Mariano Cannio è stato giudicato colpevole della morte del piccolo Samuele. Il bimbo di 4 anni è precipitato nel vuoto dal balcone dell’appartamento di famiglia. La tragedia si è consumata a Napoli il 17 settembre di un anno fa. A prevalere è stata la linea dell’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Barbara Aprea.
Si chiude pertanto un cerchio drammatico, cominciato con la morte del bambino e proseguito con le tensioni tra gli abitanti del quartiere la stampa, che nell’occasione aveva anche pubblicato la notizia di un video della mamma col piccoletto tra le braccia mentre spirava. Situazione analoga replicata durante le esequie del bambino, quando un poliziotto venne aggredito perché ritenuto colpevole di riprendere la celebrazione. Per il violento episodio nascque anche una inchiesta per danneggiamento aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Nonostante l’imputato fosse in cura per una patologia psichiatrica, il gup di Napoli, Nicoletta Campanaro, ha proceduto alla condanna di Mariano Cannio. Il 39enne è stato ritenuto responsabile della morte di Samuele. In aula al momento della lettura della sentenza erano presenti i familiari del bambino, che hanno tirato un sospiro di sollievo. “Non è opportuno parlare di soddisfazione. Ci siamo rimessi nelle mani della legge” – ha commentato il legale Domenico De Rosa, in rappresentanza dei genitori della vittima. Il colpevole venne fermato all’indomani della tragedia dagli uomini della Squadra Mobile, confessando subito di aver fatto cadere il piccolo dal balcone. Oggi nelle repliche il suo avvocato difensore Mariassunta Zotti si è rivolta al giudice avvisando che la morte potesse essere dovuta a un incidente.
La tesi si è basata sulla presenza nel balcone di un tavolino e due sedie su cui il bambino avrebbe potuto facilmente arrampicarsi e da lì precipitare giù al suolo. Per quanto riguarda l’ammissione di colpevolezza del suo cliente, la Zotti ha invece spiegato che ciò potrebbe ricondursi al suo stato precario di salute. Non ha creduto a questa versione il giudice, che ha condannato Mariano Cannio a 18 anni di reclusione.
Immagina di aver finalmente sistemato tutto, di aver raggiunto la sicurezza finanziaria per te e…
Ti sei mai chiesto come le tue scelte alimentari possano influenzare il pianeta? Ogni volta…
RC Auto, il trucco per avere una polizza a prezzi stracciati: d'ora in poi non…
Quando arriva il freddo in Italia? In attesa che arrivi (per rimanere) prepariamoci mentalmente e…
WhatsApp è l'app di messaggistica di gran lunga più usata al mondo ma alcune funzioni…
Tutti pazzi per gli oggetti Ikea, ma questo che costa soltanto un euro è il…