L’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, presto potrebbe lasciare il carcere nonostante non abbiamo scontato tutta la sua condanna.
Per lui sarebbe pronto un nuovo ruolo fuori dal penitenziario di Rebibbia, dove è attualmente detenuto.
Nel maggio del 2017 la Corte di Cassazione confermò la sentenza a 16 anni per Francesco Schettino. Un sentenza maturata in seguito alla tragedia dell’isola del Giglio. Il transatlantico Costa Concordia, da lui diretto, naufragò davanti all’isola la sera del 13 gennaio 2012 dopo aver effettuato una manovra azzardata.
A bordo erano in 4.229, tra croceristi ed equipaggio, morirono 32 persone, decine i feriti. Schettino, dopo quella sentenza, si consegnò nel penitenziario romano di Rebibbia per scontare la sua pena. “Busso al carcere perché credo nella giustizia“, disse Schettino ai suoi legali Donato Laino e Saverio Senese non appena gli comunicarono il verdetto dei supremi giudici.
La decisione se la aspettava, tanto che prima del verdetto lasciò la sua casa di Meta di Sorrento per essere nei dintorni di Rebibbia ed evitare di finire in uno dei sovraffollati carceri napoletani.
Adesso le sorti dell’ex comandante potrebbero cambiare nuovamente. Dopo poco più di sei anni di carcere, Schettino potrebbe lasciare il penitenziario e tornare nuovamente in libertà. Per lui sarebbe pronto un nuovo lavoro.
L’ex comandante della Costa Concordia potrebbe presto uscire dal carcere per accedere alla Discoteca di Stato e occuparsi della digitalizzazione di processi, in particolare quello di Ustica. Per lui – raccontano fonti vicine a Schettino – è stata avanzata dal carcere la richiesta di digitalizzare alcuni processi.
Schettino ha infatti maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative: arrivato quasi a metà della pena potrebbe quindi accedere ai benefici previsti dalla sua attuale situazione detentiva.
Poco più di un mese fa la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo non ha accettato il ricorso dei legali di Schettino contro la sua condanna a 16 anni di reclusione.
L’incidente che si verificò nei pressi dell’isola del Giglio catalizzò l’attenzione di tutti i media internazionali. Furono imponenti le operazioni di salvataggio in diretta tv. Ottanta milioni di euro di risarcimento per le vittime e i sopravvissuti sono stati finora pagati dalla società armatrice Costa.
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