Luciano Ligabue ha sempre avuto le idee chiare, quasi sempre tradotte in musica: il cantautore si scaglia contro Salvini. Cos’è successo.
Il conto alla rovescia è cominciato, alle elezioni politiche manca sempre meno e la campagna elettorale entra nella sua fan più calda. I leader politici stanno dando il massimo nella propaganda, per raccogliere voti e consensi: la valenza di questa tornata elettorale è molto importante poichè a uscire di scena – in un clima divisivo – è Mario Draghi. Il Premier chiamato da Mattarella per uscire dalla crisi pandemica. Nel frattempo ha affrontato le ritorsioni dopo il conflitto russo-ucraino e i rincari delle bollette.
Gli aiuti ai lavoratori e la crescita del PIL come obiettivo primario. In poche parole: rialzare il Paese. Combattere la recessione e la congiuntura economica non è semplice, ma dev’essere ancora l’imperativo. Anche e soprattutto per chi verrà: i punti chiave del PNRR devono essere rispettati, motivo per cui i politici sono chiamati a un grande sforzo e il partito di maggioranza – dopo la tornata alle urne – dovrà dettare la linea. Condivisa, aspetto che in questi anni non sempre è stato possibile constatare.
Ligabue contro Salvini, scoppia la polemica
Unità dev’essere la parola d’ordine. Questo il solo viatico su cui tutti i partiti sono d’accordo: come assemblare gli schieramenti, poi, si vedrà. Gli italiani sceglieranno in una domenica di fine settembre, ma c’è chi le proprie scelte le ha già fatte da tempo. Luciano Ligabue, cantautore e regista, non ha mai nascosto i propri ideali politici. Al contrario è sempre stato molto riservato: è risaputo per chi vota, ma non ama sbandierarlo ai quattro venti. In primis perchè il voto è segreto, in secundis perchè nel suo caso parla la musica: l’artista di Correggio ha sempre fatto “la rivoluzione” con le note.
Talvolta, però, queste possono essere dolenti. Specialmente quando qualcuno – a detta del Liga – le usa a sproposito: l’artista, infatti, ha fatto uscire un comunicato congiunto (in accordo anche con la Fandango e Domenico Procacci) in cui si dissocia totalmente dall’utilizzo fatto da parte di Matteo Salvini di alcuni brani del film “Radiofreccia”. La diffida è formale e anche Stefano Accorsi – protagonista di quel film – prende totalmente le distanze da quanto visto agli eventi di Lega Salvini Premier.
Le “note dolenti” della politica
Musica e politica, in questo periodo, vanno a braccetto: basti pensare alla bagarre legata alla scelta di Laura Pausini – non cantare “Bella Ciao” – che ha diviso opinione pubblica e politica. Tutto fa campagna elettorale. Limitatamente alla vicenda leghista, però, non è la prima volta che il Carroccio finisce al centro di diatribe legali di questo genere: era già capitato qualche anno fa, con la Rino Gaetano Band.
Il nipote del compianto cantautore ha diffidato Salvini dall’utilizzare il celebre brano “Ma il cielo è sempre più blu”. L’aggravante della recidiva pesa, soprattutto quando “lo stesso ritornello” – sul piano legale – torna come un boomerang e secondo gli autori non diventa più orecchiabile in certi contesti.