Fabio Liverani piange la scomparsa di sua moglie Federica: la donna era malata da tempo, cordoglio unanime dal mondo del calcio.
Fabio Liverani, la compostezza e il talento. A centrocampo giocava sempre con grinta, senza sbagliare alcun movimento. A volte dicevano che era imballato, ma si trattava solo di precisione, garbo e semplicità. Fare il massimo con costanza. Questa è la morale che lascia sui campi di calcio e ritrova da allenatore. Ieri a Lecce, oggi a Cagliari. In mezzo tante altre esperienze: gli anni alla Lazio, il tifo per la Roma e l’amore per la moglie Federica.
Una ragazza che gli ha rubato il cuore fino a tenerlo stretto. Quell’abbraccio ideale non ci sarà più, ma solo per gli amanti del pragmatismo. Per i romantici loro due si terranno per mano, idealmente, ancora per molto. La donna se n’è andata ieri dopo una lunga malattia. Lascia due figli: Mattia e Lucrezia. Adesso tocca a Fabio, agire e far sì che quell’amore che l’ha avvolto non vada dimenticato.
Fabio Liverani, lutto per l’ex Lazio: addio alla moglie Federica
Crescere due bambini, tra sorrisi accennati e tentativi di equilibrio. Quello che serve, come una partita da vincere: la sfida più difficile contro la nostalgia. Non ha schemi, né tattiche: solo istanti. Bisogna farsi trovare preparati, pronti – davvero – non lo si è mai. A smettere di stringere quella mano come fosse un porto sicuro. Questo il mondo del calcio, e non solo, lo sa e non dimentica. Anzi cerca di tendere una mano con parole semplici ma intense.
Comincia, quindi, il tram tram di note e comunicati: cordoglio, sostegno, strazio. Una crescente onda emotiva che popola i social prima e successivamente il cellulare dell’ex centrocampista: non smette mai di squillare. L’unico rumore che prova a distoglierlo dal frastuono che ha in testa. Un post comune, per ringraziare tutti, è la cosa migliore: su Instagram le parole dell’uomo, affranto ma mai rassegnato alla serenità da ritrovare.
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Ormai la felicità è un’utopia. La motivazione, ora, è nel sorriso dei figli che tornerà dopo la tempesta. Glielo assicura Cesare Prandelli. Allenatore anche lui che, nel 2006, ha perso sua moglie. Poi ha provato a riprendersi con il lavoro, ma non è bastato: lo stress, qualche anno dopo, ha avuto la meglio. Stop con il calcio, ma non con la voglia di andare avanti. Nonostante tutto. L’eredità che resta, a Liverani e a tanti come lui, forse è proprio questa.