Emesse ordinanze di misura cautelare in carcere per 12 persone. Il caso che ha visto la prescrizione di farmaci a base di oppiacei grazie a un medico compiacente. L’operazione condotta dai militari dell’Arma.
Nota più comunemente come “droga del combattente”, veniva prescritta da un medico italiano a pazienti affetti da gravi patologie, ma ignari di quello che andavano ad assumere. Il perverso piano criminale consentiva l’acquisizione di sostanze a costo zero, venendo queste rimborsate dal Sistema Sanitario Nazionale. La scelta dei pazienti veniva fatta a tavolino dal medico e dai suoi sodali. Fattori come il quadro clinico del paziente e l’assonanza di un nome arabo con residenza non troppo lontana, venivano ritenuti ideali per non insospettire i farmacisti.
La partita di giro permetteva incassi per 600 euro per ogni blocco di ricette rilasciate, e fino a 2 mila per volta. L’operazione dei militari dell’Arma è scattata all’alba in diversi comuni lombardi: Trivolzio nel Pavese, Pero, Cornaredo, Corsico, Rho e Milano. I carabinieri della Compagnia di Monza sono stati coadiuvati dal personale del Comando Provinciale di Monza e della Brianza, di Milano e Pavia, dando seguito alle ordinanze di misura cautelare in carcere per 12 individui. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura della Repubblica.
Il medico arrestato aveva dei precedenti. Su di lui pesavano fatti analoghi commessi in passato. Le altre 11 persone sono invece di origine egiziana. Quattro di loro al momento risulterebbero irreperibili. A loro carico una lunga sequela di accuse: spaccio di sostanze stupefacenti, prescrizioni abusive, associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato o della Pubblica Amministrazione, falso ideologico e poi ancora corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, esercizio abusivo di una professione, commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti.
Le indagini che hanno portato a sgominare una banda specializzata in spaccio di sostanze stupefacenti, prendono spunto dal fermo di un cittadino egiziano. Questi era stato bloccato in una farmacia del monzese. L’uomo aveva acquistato un eccessivo quantitativo di ossicodone attraverso il furto di ricette false provenienti da uno studio medico. Gli uomini delle forze dell’ordine venivano pertanto avvisati dal farmacista, i cui sospetti lo avevano spinto a dubitare della regolarità delle prescrizioni.
Dai controlli risultarono come delle 6.959 ricette di ossicodone in tutta la lombardia, circa il 30% fossero rilasciate in favore di individui egiziani. Un altro dato allarmante è stato quello che ben 940 ricette dello stesso tipo fossero state emesse dallo stesso medico. L’obiettivo era quello di ritirare medicinali per immetterli sul mercato dello spaccio. La vicenda sarebbe andata avanti da 4 anni e adesso a carico degli accusati ci sarebbero pure danni per circa 2 milioni e 500 mila euro. Il volume di affari del sodalizio, riguarderebbe circa 28 mila confezioni di oppiacei indebitamente sottratte.
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