Rispetto allo scorso anno sembra che nulla sia cambiato, il telemarketing aggressivo continua a disturbare i cittadini. Inutili (quasi) le segnalazioni degli utenti per bloccare le chiamate in entrate dai call center
Il Registro pubblico delle opposizioni consente al cittadino di opporsi alle chiamate di telemarketing aggressivo e indesiderato. Ma nell’ultimo mese sono triplicate le segnalazioni dei cittadini che lamentano una inutilità del servizio di blocco.
Continuano così a ricevere le telefonate indesiderate dai call center. Ma il Garante aveva promesso che l’iscrizione al Registro pubblico delle opposizione avrebbe consentito di annullare anche i consensi precedentemente rilasciati, tranne quelli con i gestori delle utenze e quelli che saranno autorizzati dopo l’iscrizione.
Così negli ultimi 40 giorni sono state circa 1.700 le segnalazioni al Garante per la protezione dei dati personali da parte di utenti che dichiarano arrabbiati di essere stati, invece, raggiunti da telefonate aggressive nonostante la loro iscrizione nel Registro pubblico delle opposizioni.
Doveva rappresentare un grande passo in avanti nel fermare il telemarketing aggressivo, soprattutto dopo il 27 luglio scorso quando l’estensione al Registro pubblico delle opposizioni era scattata anche per i numeri dei cellulari. Ma così non sembra affatto e, anzi, il problema appare anche aumentato e comunque non risolto come promesso.
Gli utenti iscritti al Registro pubblico delle opposizioni (RPO), in base ai dati aggiornati al 13 settembre, risultano essere più di 2,6 milioni. Ma qualcosa sembra non andare nel verso giusto perché solo nell’ultimo mese e mezzo, le segnalazioni arrivate al garante sono triplicate. Cittadini esasperati dalle continue telefonate di marketing invadente nonostante iscritti al RPO.
Quindi come fare per opporsi ad altri futuri contatti da parte dei call center? Come riporta ilsole24ore: “In questo caso l’interessato può esercitare i diritti di accesso, rettifica, cancellazione, di limitazione del trattamento, di opposizione al trattamento dei dati che lo riguardano effettuato per finalità di marketing diretto, compresa la profilazione.
Tali diritti possono essere effettuati attraverso il modello scaricabile dal sito del Garante e inviato all’operatore economico nel cui interesse è stata effettuata la chiamata promozionale. Rispetto all’esercizio di questi diritti, il titolare del trattamento deve fornire riscontro all’interessato “senza ritardo”, massimo entro un mese dal ricevimento dell’istanza”.
Se dopo tutto questo viene ancora a mancare il riscontro da parte dell’operatore economico oppure continuano le telefonate promozionali dallo stesso operatore, il cittadino può presentare un reclamo o una segnalazione al Garante.
In tal caso si dovranno indicare le telefonate ricevute e, nel caso, allegare la prova dell’avvenuto esercizio dei diritti previsti dal regolamento. Nel caso in cui venga violato il diritto di opposizione, le multe previste possono arrivare fino a 20 milioni di euro per le imprese.
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