Sulle reali condizioni di salute della Regina ha voluto dire la sua anche Andrew Morton. Lo scrittore è conosciuto soprattutto per la sua vasta bibliografia dedicata ad alcuni personaggi della famiglia Windsor.
Nel corso di una intervista rilasciata ad Antonello Guerrera di Repubblica, Andrew Morton parla a ruota libera su quello che a suo avviso potrebbe succedere adesso nella Royal Family.
Il racconto dell’autore è un volo pindarico che va dal tema della salute di Elisabetta II fino alle considerazioni su Carlo e sui rapporti tra William ed Harry. Con un occhio anche a Camilla.
Andrew Morton: “ce l’anno tenuto nascosto”
Non usa mezzi giri di parole Morton. Sulle condizioni di Elisabetta II il biografo britannico mette sotto la lente di ingrandimento alcuni sospetti. “La regina Elisabetta stava male ma ce l’hanno nascosto”. L’esperto di cronache reali si dice poi sorpreso positivamente dai chilometri di coda per rendere omaggio a Sua Maestà. Come pure si dice convinto che tutto ciò sia il preludio al fatto che la Monarchia continuerà la sua funzione senza particolari trambusti. Tornando però al punto della trasparenza di Palazzo circa le condizioni di salute della Sovrana, Morton nutre forti dubbi e rilancia: “Sono sicuro di questo. Stava male e i ‘problemi motori’ non sono sufficienti a spiegare. Ma delle sue reali cause di decesso – insinua lo scrittore – non ve ne sarà traccia nemmeno nel certificato di morte”.
Poi, tracciando un parallelismo con la scomparsa del Principe Filippo, quando venne scritto “età avanzata”, Andrew Morton sostiene che lo stesso avverrà con Elisabetta II. Un’assenza, quella di Queen Elisabeth, che adesso porterà incertezza rispetto alla crisi attuale – commenta ancora il giornalista. Riguardo al successore di Elisabetta II, Andrew Morton sostiene che la sua ascesa al trono non dovrebbe far deflagrare la situazione del Commonwealth. Del nuovo Sovrano il giornalista sottolinea gli aspetti “culturali”, “progressisti” e la vasta esperienza. Talune peculiarità che potrebbero segnare il regno di Carlo III, Morton li attribuisce piuttosto al multiculturalismo e alla multireligiosità.
Lo scrittore si dice poi convinto che il Re adotterà uno stile di vita sobrio e che vivrà principalmente a Clarence House. Inoltre rispondendo all’intervistatore, commenta che Carlo ha l’appoggio di media e dei giornali e che la figura della Regina consorte non possa che fare bene al suo ruolo. Rispetto al passato di Camilla, il royal watcher commenta così: “E’ innegabile che sia stata l’amante di Carlo. Ma ora alla gente non sembra interessare: non perché abbia dimenticato i trascorsi precedenti, ma perché i britannici l’hanno perdonata “. Ancora l’autore della biografia di Lady D attribuisce un’importanza crescente alla figura della Principessa Anna. Secondo lui la sorella del Re acquisirà sempre maggiore influenza, anche rispetto al suo rapporto con i sudditi che la ammirano molto.
La morte della regina e i rapporti tra William ed Henry: “Tutto tornerà come prima”
Infine qualche minuto Andrew Morton lo dedica anche alle turbolente relazioni tra William ed Henry. A sentire lo scrittore i due fratelli non sembrano destinati a rimanere in contatto. Una volta finito tutto e senza più il cerimoniale che li tiene assieme per le esequie alla Regina, Harry correrà da Meghan oltreoceano e “tutto tornerà come prima”.
Alla domanda se il libro del Duca di Sussex possa impensierire Buckingham Palace, lo storico replica così: “Beh, è scritto è completato, pronto per l’uscita. A meno che non lo ritiri all’ultimo… ma mi pare difficile. Lui e Meghan sono i re della California – continua l’autore – sono molto attivi con i loro progetti ( vedi Spotify) ma anche nelle loro organizzazioni umanitarie. Non hanno bisogno di inchinarsi a i reali qui a Londra… “.
Il vero punto debole per Carlo III potrebbe invece essere costituito dal fratello Andrew. “Il Duca di York vive una costante umiliazione. Continuerà a essere un grosso problema per la Royal Family. Anche perché non ha ancora spiegato come mai abbia dato 15 milioni a una donna che lui sostiene di ‘non aver mai incontrato’…” – conclude Andrew Morton.