Chiara Ferragni al centro del dibattito elettorale: dopo la foto con Mattarella, l’imprenditrice si schiera nella battaglia politica.
Chiara Ferragni a gamba tesa nella propaganda elettorale: l’imprenditrice digitale non ha mai evitato di schierarsi politicamente. O meglio: ha sempre dimostrato, senza mezzi termini, le antipatie verso alcuni schieramenti. Impossibile non ricordare la foto con la faccia di Renzi e la didascalia: “Questa politica fa schifo” all’indomani dell’affossamento del DDL Zan. Successivamente la Ferragni si è schierata a favore dell’aborto e quindi volutamente contro i temi proposti da Giorgia Meloni.
Senza contare gli attacchi reiterati a Salvini e Berlusconi, con l’avallo anche del marito Fedez che proprio contro la Lega fece un discorso al Concerto del Primo Maggio di qualche anno fa. Anche se, a dirla tutta, era più un’intemerata contro la Rai tacciata di censura. La situazione, con il tempo, a Casa Ferragni, non è cambiata. La coppia continua a essere in prima linea nella società contemporanea: lo showbusiness non può fare a meno di loro, persino Mattarella ci si fa il selfie a Monza.
Su richiesta loro, ma il risultato non cambia: quando c’è qualcosa da fare, i Ferragnez intervengono. Così è stato durante la pandemia, con Mattarella che li chiama (stavolta non per un selfie) per agevolare la prevenzione tra i giovani, e continua ad essere prassi ora che in teoria dovrebbe arrivare una nuova fase. Non solo della convivenza con il Covid, ma anche e soprattutto riguardo la società civile e i suoi cambiamenti.
La donna ha sempre mostrato una particolare insofferenza per le politiche sovraniste: gli attacchi a Salvini, Meloni e Berlusconi sono un esempio del punto di vista della Ferragni che non vede di buon occhio certe dinamiche. Tuttavia, qualche tempo fa la pensava diversamente: Libero mostra delle foto che ritraggono una giovane Chiara Ferragni al comizio del PDL, ex Popolo della Libertà.
Il partito che fu di Silvio Berlusconi, poi tramutato nuovamente in Forza Italia. Siamo al cospetto, dunque, di un ravvedimento in corso d’opera: chissà se, con il senno di poi, rifarebbe quegli scatti oppure magari non si è pentita affatto e ha semplicemente cambiato idea. Tra le polemiche e le proteste, anche un selfie fa propaganda. Vale per quello con Mattarella, che resta superpartes, figuriamoci per una posa al comizio di Berlusconi e colleghi.
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