L’Italia rischia di correre un grosso pericolo e adesso a dirlo non è un ente proprio qualunque: la previsione dell’agenzia Fitch preoccupa. Di cosa si tratta.
Le previsioni sul Paese non sarebbero così eccelse, come invece inizialmente prospettato: ad annunciarlo è l’agenzia Fitch che ha parlato di una questione ben precisa. A tal riguardo si parla già di numeri e percentuali che potrebbero non essere idilliache, anzi. I numeri parlano chiaro e proprio da quelli bisogna partire.
L’Italia non sarebbe l’unica ad avere problemi, ma la questione si starebbe ripetendo anche in Germania. In tempi di crisi economica su scala mondiale, senza dimenticare i problemi europei legati alla fornitura di gas ed elettricità, ogni cosa va affrontata con la giusta oculatezza.
Italia e il problema dell’economia, cosa dice Fitch | I numeri non fanno sorridere
L’agenzia di rating Fitch parla di rischio recessione per l’Italia a partire dal 2023. I dati sono stati pubblicati sul nuovo Global economic outlook ed evidenziano una previsione di crescita stimata intorno al 2,6 punti, con un -0,7% nel prossimo anno. “La crisi energetica sta colpendo l’Europa, ci aspettiamo che l’economia dell’Eurozona entri in recessione nel trimestre in corso“, si legge su Fitch. A rischio ci sarebbero Italia e Germania, due fra le nazioni maggiormente colpite. A Berlino la previsione annuale sarebbe di 2,8 punti (-0,5%).
Ma Fitch va oltre e lancia un nuovo messaggio da leggere con grande attenzione. “I recenti risultati migliori del previsto per la crescita della zona euro nel secondo trimestre del 2022 emergono grazie alla riapertura delle economie e al ritorno del turismo internazionale“, si legge.
L’Italia preoccupa, spese in aumento
La spesa del gas in Italia potrebbe aumentare con un +5% del Pil nel 2023, facendo così registrare qualcosa come 2% in più se paragonato con la Germania. Proprio nel Belpaese si parla della più alta percentuale del Pil “rispetto ad altre principali economie dell’Eurozona“.
Rispetto alla Germania, inoltre, l’Italia non avrebbe fatto gli stessi progressi per la riduzione del consumo di gas come “risposta al calo delle forniture, pur ricevendo aumento di di prezzi per elettricità e gas“. Si parla di circa il 55% in più annuo (dato luglio 2022), ma le premesse non fanno di certo sorridere i mercati europei, così come quelli del resto del mondo. I problemi sono veramente importanti, le conseguenze sotto gli occhi di tutti.