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Opinioni

Meteo, Antonello Pasini (climatologo CNR) a Free.it | “Autunno critico, dobbiamo abituarci a fenomeni estremi”

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Bianca Senatore

Secondo le previsioni del meteo, questa lunghissima estate bollente sta per finire. Già dal fine settimana dovrebbero arrivare sulla penisola correnti d’aria fresca e qualche pioggia. Ma la domanda che si fanno tutti è: cosa succederà quest’autunno? Ci saranno ancora disastri legati a fenomeni estremi? Free.it lo ha chiesto ad Antonello Pasini, climatologo del CNR.

Dopo le alluvioni dei giorni scorsi nel nord del Paese, in alcune città si contano ancora i danni del maltempo. E si teme che in autunno possano intensificarsi temporali violenti, trombe d’aria e grandinate. E l’inverno, invece, sarà freddo oppure no? A Free.it Antonello Pasini, climatologo del CNR.

Meteo, Antonello Pasini (climatologo CNR) a Free.it | “Autunno critico, dobbiamo abituarci a fenomeni estremi”

Cosa ci si può aspettare quest’autunno?

“Quest’autunno rischia di essere abbastanza critico. Abbiamo avuto un inverno e una primavera molto siccitose. Da maggio abbiamo avuto ondate di calore fortissime e continue e il mare si è riscaldato tantissimo. Ora che l’anticiclone africano si sta ritirando, succede che si infilano delle correnti più fredde. E questo succederà sempre di più in autunno chiaramente. Il problema è che trovano questo mare caldo che fornisce tanto vapore acqueo, tanta energia all’atmosfera si crea un contrasto termico molto forte. Quindi, in queste situazioni si rischiano effetti metereologici estremi: alluvioni lampo, trombe d’aria, grandine grossa come palle da tennis. Già da questo fine settimana avremo avvisaglie di questa situazione. Perché si sta infilando aria più fredda. Per esempio, i disastri delle ultime settimane sono dovuto ad aria fresca di origina atlantica Questa volta arriva aria più direttamente da nord, quindi è più rigida e c’è da aspettarsi fenomeni più violenti”.

Dal punto di vista del freddo, invece, che inverno sarà? Spesso si legge sui siti che ci sarà più neve. Cosa sappiamo per ora?

“Sull’inverno possiamo dire ancora poco. Anche perché le previsioni stagionali in Italia in inverno non sono molto affidabili, insomma. Proprio per la situazione strana che c’è nel Mediterraneo. Però sicuramente possiamo dire che i mesi di settembre, ottobre, novembre comunque dovrebbero essere ancora abbastanza caldi. Intervallati, però, da questi flussi freddi che porteranno queste precipitazioni violente”.

Si diceva, “speriamo che farà caldo il più a lungo possibile, così risparmiamo sul gas

Questo va bene, d’accordo, è un aspetto positivo. Ma ci sono molti più aspetti negativi. Il fatto che il clima rimanga così caldo e poi di botto arrivino correnti fredde, come dicevo, crea disastri. Non solo ai nostri territori, ma anche alle colture, agli animali.

Meteo, Antonello Pasini (climatologo CNR) a Free.it | “Va bene il risparmio, ma le conseguenze sono…”

E’ uno stravolgimento che porta con sé innumerevoli conseguenze. Alcune delle quali anche incalcolabili. Quindi, ok il risparmio, ma non va comunque molto bene per noi. In ogni caso non possiamo davvero ancora sapere se nevicherà anche in pianura come qualcuno sostiene. E’ impossibile ora come ora dire cosa potrebbe accadere a dicembre e gennaio”.

Meteo, Antonello Pasini (climatologo CNR) a Free.it | “Va bene il risparmio, ma le conseguenze sono…”

Noi come ci possiamo difendere da questi fenomeno estremi?

Noi dobbiamo, prima di tutto, costruire una cultura del rischio. Cioè, sapere cosa fare in determinati momenti e imparare delle regole basilari. Magari anche banali: se c’è un alluvione, non rifugiarsi in cantina ma ai piani alti. Se c’è vento, non lasciare le finestre aperte per evitare l’effetto vela. Bisogna costruire questa cultura cominciando a insegnare certe cose a scuola, ma anche negli uffici, per gli adulti. Un po’ come fanno in Giappone, dove insegnano come comportarsi in caso di terremoto o tsunami. 

La cultura del rischio, però, va accoppiata alla cultura delle legalità. Perché, vede, i fenomeni violenti e i disastri non dipendono solo dal clima impazzito. Ma anche dalla fragilità dei nostri territori e dai nostri comportamenti. Dipende anche da dove noi andiamo a piazzare abitazioni o strutture varie. Se noi facciamo degli abusi e costruiamo negli alvei dei fiumi, su pendii scoscesi o franosi, non ci possiamo lamentare se poi perdiamo i nostri beni. E spesso anche la vita. In questo Paese dobbiamo smettere di pensare che fare un abuso è una furbata del genio italico per aggirare una legge. Perché tanto me ne arrivano solo vantaggi, ma far capire che fare l’abuso è, al contrario, molto molto pericoloso”.

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