Caro bollette, 30 ristoranti chiusi in una settimana | Confesercenti previsioni shock

Il caro bollette sta facendo pagare lo scotto agli esercenti romani che in una sola settimana hanno chiuso 30 ristoranti. Al collasso i locali più storici della Capitale. Confesercenti: “Altri 120 potrebbero non arrivare a fine mese”

Una previsione drammatica ma purtroppo veritiera quella esposta da Confesercenti: in una settimana, a Roma, sono stati chiusi oltre 30 ristoranti e altri 120 potrebbero non arrivare a fine mese. Questo è il prezzo troppo salato dovuto al caro bollette che sta distruggendo le attività commerciali.

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Caro bollette, 30 ristoranti chiusi in una settimana (Ansa)

Come riporta Il Messaggero, al rientro dalle ferie di agosto molte attività legate alla ristorazione hanno deciso di tenere le saracinesche abbassate. Secondo la stima calcolata dalla Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici, (Fiepet Confesercenti) sono stati una trentina almeno solo nell’ultima settimana i ristoranti e i bar costretti a chiudere bottega.

E non si parla di piccole realtà, in ballo ci sono nomi storici del campo della ristorazione come Ulisse, in via Giuseppe Ferrari a Prati, La Fraschetta di via San Francesco a Ripa, a Trastevere. Una vita fatta di sacrifici per la cucina e il buon cibo in ginocchio per i rincari dei costi dell’energia elettrica.

Caro bollette, ristoranti al collasso | 30 chiusi in una settimana. Confesercenti: “Altri 120 non arriveranno a fine mese”

Gli aumenti dei costi delle materie prime, le bollette di luce e gas e gli affitti, pesano sempre di più sui bilanci dei ristoratori che si vedono costretti a chiudere i propri locali commerciali. I numeri di Confesercenti fanno emergere una condizione spaventosa. L’unica conseguenza per poter andare avanti è ritoccare i menù al rialzo. Così, gustare uno dei piatti tipici della cucina romana come un’amatriciana, una cacio e pepe o una carbonara diventa quasi insostenibile per il cliente.

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Ristoranti chiusi a Roma, in una settimana 30 dovuti al caro bollette, la previsione di Confesercenti (Ansa)

La Capitale sta pagando ora il prezzo più salato dovuto al caro bollette. Al rientro dalle vacanze estive molti ristoranti e bar non hanno più riaperto. Secondo Fiepet Confesercenti, sono almeno 30 i locali che in questa ultima settimana hanno chiuso la loro porta d’ingresso per sempre.
Ma quello che fa ancora più paura è la previsione suggerita da Claudio Picapresidente Fiepet Confesercenti Roma – a fine mese: “Potrebbero essere altri 120 ristoranti a rischio di chiusura definitiva”.

Così l’unico modo per poter sopravvivere dei ristoratori è alzare i prezzi dei propri menù. Come spiega Pica: “L’anno scorso solo per i prodotti di un’amatriciana ci volevano 3 euro, oggi ne servono almeno 5.50. Questo significa che in media un cliente, dovrà spendere almeno 12 euro per mangiare un piatto simile”. Ma i rincari non hanno colpito solo i ristoratori. Anche i gelatai sono in ginocchio e anche loro hanno dovuto alzare il prezzo dei propri prodotti. Così un cono piccolo arriva a costare quasi il doppio. Mentre, altri per mantenere lo stesso prezzo dell’anno precedente hanno ridotto le quantità di coni e coppette.

Confesercenti: la soluzione per resistere alla crisi

Il presidente di Fiepet Confesercenti Roma, Claudio Pica, lancia qualche indicazione ai ristoratori per cercare di resistere maggiormente al caro bollette. La soluzione per non affondare e dover chiudere definitivamente la propria attività è adattare l’offerta commerciale in base ai periodi stagionali.

“Si deve andare a rivedere le fasce orarie d’attività e nel frattempo offrire menù più stagionali, adattando le offerte commerciali su base settimanale. Oggi, per esempio, i funghi porcini si trovano. Ma se si trovano nel menù anche a giugno o a settembre di sicuro i prezzi devono aumentare”.

L’argomento della crisi che sta invadendo violentemente la ristorazione romana è al centro dell’attenzione anche del Campidoglio. Infatti, l’assessora alle Attività Produttive, Monica Lucarelli ha dichiarato: “Facciamo costanti incontri con le associazioni di categoria per capire come rispondere a questo fenomeno. Roma non può permettersi di far chiudere le sue attività storiche”.

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