Mancano 13 giorni al voto e i partiti danno gas a una campagna elettorale mai così veloce e arrugginita. Si parla poco dei programmi, perché a monopolizzare l’attenzione dei leader sono i problemi legati alla contingenza del periodo. Il gas, la guerra in Ucraina, le sanzioni. Ma più che di soluzioni, i partiti fabbricano slogan e si punzecchiano tra loro. L’impressione è che il Paese reale sia lontano. Ma intanto i cittadino sono alle prese con le difficoltà quotidiane. Con prezzi alle stelle e lavoro sempre più precario. A Free.it Elisa Sermarini, della Rete dei numeri Pari.
L’aumento dei prezzi, dai beni alimentari all’all’energia sta mettendo in ginocchio la maggioranza della popolazione. Si prospetta un autunno difficili e forse anche i mesi successivi, fino alla prossima estate saranno molto duri. La politica dovrà occuparsi delle fasce più deboli ma il rischio è che le priorità saranno ben altre. I cittadini, tra bollette alle stelle e spesa super cara, si stanno impoverendo e sempre più fasce della società ha paura del futuro. A Free.it Elisa Sermarini, della Rete dei numeri Pari
Siete preoccupati per la situazione che si sta creando in Italia?
“Aumento dei prezzi, rincari, inflazione, stipendi da fame sono un problema serio in questo Paese. E sembra che la politica non se ne occupi per niente. In Italia ci sono 9,1 milioni le persone disoccupate, povere e precarie in Italia. Inoltre, l’OCSE sottolinea come i salari sia tra i più bassi in Europa e il potere d’acquisto continuerà a calare.
Si parla di ottobre come mese nero, ma il problema è anche per i mesi che verranno. Non si vedeva da anni una crisi così in Italia. E poi vediamo un attacco ai principi costituzionali mai visto prima, che prende la sua forma più dura nel disegno di legge dell’autonomia differenziata. Tutto questo getta le basi e rafforza l’aumento delle mafie sui territori, da sud a nord”.
Crede che la politica non si stia occupando dei temi reali?
“In questo momento si rischia di lascare sole milioni di persone. Ma sembra che alla politica istituzionale tutto questo non importi. Mancano pochi giorni alla fine di una campagna elettorale potrebbe essere ricordata unicamente per l’assenza totale di ascolto e confronto sulle proposte politiche necessarie a tirare fuori il Paese da una situazione drammatica. Dove sono i temi reali? Dov’è il confronto con i cittadini sui problemi quotidiani?
Sentiamo solo slogan vuoti, non ci sono impegni concreti che facciano guardare al futuro con speranza. Il guaio è che questa situazione ricade solo ed esclusivamente sulle spalle dei ceti medi e popolari. Siamo preoccupati in generale, la situazione è già drammatica adesso. Non solo in relazione all’Italia ma anche se prendiamo in considerazione il piano internazionale. Sappiamo benissimo che se chi sarà al governo dal 26 settembre non prenderà provvedimenti netti, chiari, ma soprattutto utili a risolvere la situazione, non ne usciremo”.
Siete preoccupati che possa vincere il centrodestra?
“La situazione peggiorerà molto a prescindere da chi vincerà, ci sono fattori internazionali su cui non incidiamo direttamente. L’unica cosa che possiamo fare noi, in Italia, è alleviare la pressione. Per evitare che questa crisi la paghino solo i ceti medi e ceti popolari. C’è gente che rischia di non poter pagare cibo e bollette insieme e sarà costretta a scegliere. Questo è indegno. Per questo chiunque vincerà dovrà occuparsi di questa situazione”.
Avete già in programma delle manifestazioni di protesta per l’autunno?
“Per tutti i motivi di cui sopra, a prescindere da chi vincerà, il 5 novembre saremo in piazza. A nome di oltre seicento organizzazioni che hanno firmato il nostro appello per la mobilitazione dal titolo “Non per noi, ma per tutte e tutti”. Noi non parliamo a nome di chi sta già pagando il costo della crisi, ma di tutti dei nuovi poveri che verranno, quelle fasce di popolazione che via via rischiano di venire espulse dalla società.
E riguarderà sempre più persone. Con ingiustizie sociali, ambientali ed economiche. Se non si rimetteranno insieme questi tre elementi, non ci saranno buone notizie per nessuno. Perché, quello che i politici non comprendono davvero, è che siamo tutti interconnessi. Nessuno si salva la solo. E come ha già detto qualcuno di molto più importante di me, pensare di essere sani in un mondo malato non è la soluzione”.
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