Le pari opportunità non sono ben viste al Circolo Canottieri Aniene di Roma che vieta l’ingresso alle donne. La richiesta avanzata da un socio troppo maschilista al tribunale civile fa rabbrividire
La regola era in vigore fino a qualche tempo fa: l’ingresso alle donne al Circolo Canottieri Aniene di Roma era categoricamente vietato. Vigeva proprio uno statuto che impediva al gentil sesso di diventare soci effettivi. Una regola medievale che lo scorso 4 aprile 2022 è andata a decadere per mano del presidente del Coni nonché proprietario del circolo in questione, Giovanni Malagò.
A distanza di pochi mesi, però, un socio non ci sta e fa ricorso in tribunale. Il divieto alle persone di sesso femminile va reintegrato. Le motivazioni (ovviamente non plausibili) del “maschio” 82enne si basano sulla non validità dell’assemblea convocata dal presidente Coni in merito all’abolizione della curiosa regola.
Repubblica fa sapere oggi che il socio si è rivolto al tribunale civile richiedendo che il veto fosse nuovamente messo in vigore. L’uomo è un architetto in pensione che, molto probabilmente, ha troppo tempo libero.
È uno dei circoli sportivi più importanti e storici della Capitale. Il Circolo Canottieri Aniene di Roma è dal 1892 il punto d’incontro di uomini d’affari e sportivi in pensione. Un “salotto” della Roma (non troppo) per bene visti gli ultimi accadimenti.
Nel circolo regnava la “sovranità maschile” fino ad aprile scorso quando alle donne era vietato l’ingresso. Le signore non potevano diventare soci effettivi così come accadeva per gli uomini privilegiati. Regola alquanto maschilista che il presidente Coni e proprietario del Circolo in questione, Giovanni Malagò, abolì dopo un’assemblea convocata con i soci del circolo. La decisione, il 4 aprile 2022, andò a favore dell’apertura dell’ingresso al Circolo alle donne. Decisione che però l’82enne socio da anni non gradì affatto. L’uomo, infatti, si è presentato al tribunale civile di Roma con la richiesta “assurda” di reintrodurre il divieto alle donne. L’impavido maschilista è un architetto 82enne nel frattempo sospeso dal suo Ordine per motivi disciplinari.
Nel ricorso presentato si legge, così come riporta Open: “L’assemblea si è svolta il 4 aprile presso la sede del Circolo come risulta dal verbale, che indica l’intervento personale di 397 associati, portatori di novantanove deleghe”. In sostanza, secondo quando riferisce l’architetto il luogo dove è avvenuta l’assemblea non era adatto a deliberare: “I locali erano inidonei sia al chiuso si all’aperto, per prevenire la diffusione del Covid, per la manifestazione di voto dei partecipanti. Inoltre, la votazione non è stata serena poiché Il Presidente ha invitato i soci a rialzare le mani e a richiamare l’attenzione anche di quanto stava avvenendo negli spazi esterni”. Ora spetta al giudice l’ultima parola, sperando che questo non sia una donna.
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