Le Borse europee sono pesanti dopo la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio di 100.000 barili al giorno. E anche se il prezzo del gas scende a 251 euro al megawattora rispetto ai 275 di stamattina, la situazione resta grave. Il prezzo continua ad aumentare. Basti pensare che rispetto a venerdì, oggi c’è stato un aumento del 17,4%. Quali conseguenze ci sono sull’economia italiana? E cosa si può fare per bloccare l’andamento? Al quotidiano online Free.it Carlo Scarpa, docente di Economia all’ Università di Brescia.
A contribuire alla corsa del prezzo del gas è l’annuncio di Gazprom arrivata venerdì. Il gasdotto Nord Stream 1 chiude ancora, questa volta a tempo indeterminato. Era una evenienza che era stata prevista, ma l’effetto devastante sui mercati era e resta incalcolabile. A far detonare la situazione anche le parole di Ursula von der Layen sul tetto al prezzo del gas e la riunione dell’Ue prevista per il 9 settembre. Le ripercussioni di tutto queste potrebbero arrivare presto ed essere molto destabilizzanti. Soprattutto in vista dell’autunno/inverno. Al quotidiano online Free.it Carlo Scarpa, docente di Economia all’Università di Brescia.
Oggi le borse sono pesanti e il prezzo del gas continua a salire. Quali conseguenza stanno avendo questi eventi sull’economia italiana?
“Per ora parliamo di grande incertezza che, come tale, disturba sempre. Detto questo, l’incertezza ha due grandi aspetti. Il primo riguardo chiaramente il livello dei prezzi. Quindi, riguarda le famiglie, il potere d’acquisto e la necessità di attuare delle politiche per tutelare le fasce più deboli.
Il secondo tema è capire se e come attuare il razionamento del gas in autunno e in inverno. Il che potrebbe avere delle conseguenze importanti non solo sulle famiglie, ma soprattutto sulle imprese, che potrebbero essere costrette a limitare, tagliare la produzione. E questo, chiaramente, è una preoccupazione legata alla capacità del nostro sistema produttivo di operare. E questo fatto acquisisce una gravità ancora maggiore”.
Cosa ci dobbiamo aspettare?
“Si parla molto del rischio di chiusura delle imprese. Questa mi sembra una possibilità poco probabile, c’è qualcuno che ci sta giocando su questo rischio. Mi sembra uno scenario estremo non plausibile se non in chiave strumentale, per far pressione sul governo.
Gas, Carlo Scarpa (Economista) a Free.it | “Sono abbastanza perplesso. Credo che l’Ue…”
Per sollecitare aiuti, interventi. Il tema sicuro è quello dell’aumento delle bollette che prevedo in continuo aumento per almeno sei mesi. Perché comunque c’è un effetto trascinamento. Significa che le bollette di oggi riflettono i prezzi di due-tre mesi fa. E quindi sicuramente ci sarà un inverno molto difficile, sotto questo punto di vista”.
Cosa deve fare l’Ue per bloccare il prezzo del gas? Il tetto al prezzo può funzionare?
“Io sono abbastanza perplesso rispetto a questa prospettiva. Perché, nel momento in cui si dice io fisso un tetto al prezzo mi si deve spiegare anche cosa succede quando io devo pagare il mio fornitore ma non posso vendere a più di un tot. Chi ci mette la differenza? Questo è il grosso problema. Stiamo parlando di una fiscalizzazione della differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita?
E da dove arrivano queste risorse? Non mi è chiaro il meccanismo. Come sempre, come dicono gli inglesi, il diavolo si nasconde nei dettagli. A questo punto, vorrei vedere il documento e capire di che cosa stiamo parlando. Probabilmente ne capiremo di più dopo la riunione del 9 settembre”.
Il governo che entrerà in carica, qualunque esso sia, che priorità dovrà avere?
“Il problema principale che i vincitori si troveranno ad affrontate è proprio questo del prezzo del gas, con una duplice declinazione. Il tema del sostegno alle famiglie e il tema di come aiutate le imprese. E di come aiutarle tutte o concentrarsi solo quelle energivore. Io francamente credo che sarà questa seconda strada la più percorribile, ma vedremo come si metteranno le cose. Sicuramente il tema degli aiuti alle famiglie, secondo me, dovrebbe essere al centro dell’agenda politica”.