Arrestato genio della truffa, il 56enne si presentava come proprietario della Menarini. Prometteva investimenti vantaggiosi e adescava le sue vittime ostentando ricchezza.
Il finto miliardario si presentava come un importante uomo d’affari. Si circondava di falsi esponenti della Firenze bene, viaggiava su auto di lusso con tanto di autista. Orologi di pregio ben in vista e meeting all’Hotel Bulgari di Milano.
Messinscene da film, ostentando ricchezze inesistenti attirava imprenditori facoltosi, ignari del fatto che dietro a quell’estetica dorata si celasse in realtà un vero e proprio mago della truffa. “Mi chiamo Riccardo Menarini e sono proprietario della casa farmaceutica Menarini group”, e il gioco era fatto.
Lui è Roberto Meocci, anni 56, da tempo noto alle Forze dell’Ordine. Non un truffatore da quattro soldi, Meocci ‘vanta un curriculum di tutto rispetto’. Alle spalle ha trent’anni di imbrogli, venti precedenti penali per reati contro il patrimonio (è specializzato in truffe) ma anche appropriazione indebita, estorsione, falso, sostituzione di persona, millantato credito, frode. E i sette anni di sorveglianza speciale a cui è stato sottoposto nel 2012 e nel 2015, o gli arresti domiciliari non lo hanno scoraggiato dal proseguire la sua attività criminosa in mezza Italia.
Si presentava come il proprietario della Menarini, dalla cosmetica agli orologi di lusso: i raggiri del mago della truffa
La notizia però è che da ieri Meocci è in carcere, in esecuzione di una misura cautelare firmata dal gip di Firenze Antonella Zatini. E’ accusato dal pm Marco Mescolini di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
A seguito delle denunce presentate da alcune delle vittime sono scattate le indagini che hanno appurato come Meocci si presentasse come il “cugino degli Aleotti” (i veri proprietari della multinazionale farmaceutica), spiegando anche di spendere 11mila euro al mese per tutelare la sua privacy. Dalle indagini della Guardia di Finanza di Firenze è emersa una serie di truffe ai danni di quattro imprenditori. Per un totale di 190 mila euro. Esemplare il caso di una donna, titolare di un’azienda di cosmetici ad Alessandria raggirata alla fine del 2020. Meocci le aveva promesso di esportare i suoi prodotti in Gran Bretagna e di creare una linea dedicata alla Famiglia Reale inglese.
In altri casi i raggiri avrebbero riguardato falsi investimenti per orologi di valore o addirittura nel settore petrolifero, attuati, come da consuetudine, ostentando vestiti firmati, gioielli e millantando amicizie con personaggi ricchi e potenti.