Gli investigatori hanno depositato il lavoro svolto sulle chat di Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana morta di stenti. Dallo studio dei testi emerge un quadro desolante.
La donna avrebbe trascurato la figlia per “sentirsi libera”.
E’ stata rigettata la richiesta di accesso in carcere del professor Pietro Pietrini, Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’Università di Pisa, uno dei due docenti incaricati dalla difesa di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica su Alessia Pifferi, arrestata il 21 luglio scorso per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni.
La decisione, che risale alle scorse settimane e di cui si è avuta notizia oggi, è stata presa dal gip di Milano Fabrizio Filice, in quanto non ha ravvisato, allo stato delle indagini, motivi validi per consentire i colloqui, al di là di quelli con i legali, con persone esterne e medici ai fini di una consulenza tecnica sullo stato di salute mentale della donna.
Anche perché agli atti dell’inchiesta, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dalla Squadra mobile, per ora non ci sono elementi che fanno pensare ad eventuali patologie psicofisiche della 37enne.
Intanto fa discutere l’analisi delle chat della donna dalla quale emerge un quadro psicologico distorto.
Il lavoro degli investigatori è stato riportato da diversi organi di stampa. Il quadro finora emerso evidenzierebbe che la piccola Diana sarebbe stata un “peso” per la madre che soffre, per dirla con le parole del giudice Filice, di una “evidente instabilità affettiva recentemente” manifestata “in una forma di dipendenza psicologica dall’attuale compagno, che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo di infliggere enormi sofferenze“, culminate nella morte della bambina.
E c’è attesa per l’incidente probatorio, che prenderà il via il prossimo 28 settembre, per gli “accertamenti tecnici di natura biologica e chimico-forense” sul materiale sequestrato, tra cui il biberon trovato accanto al corpo senza vita della piccina, gli investigatori hanno depositato le chat estrapolate dal cellulare di Alessia Pifferi. Sul loro contenuto c’è il più stretto riserbo.
Infine, da quanto si è saputo, anche la nonna e la zia di Diana hanno nominato un loro legale in vista della costituzione di parte civile contro Alessia Pifferi, che risponde di omicidio volontario aggravato.
Immagina di aver finalmente sistemato tutto, di aver raggiunto la sicurezza finanziaria per te e…
Ti sei mai chiesto come le tue scelte alimentari possano influenzare il pianeta? Ogni volta…
RC Auto, il trucco per avere una polizza a prezzi stracciati: d'ora in poi non…
Quando arriva il freddo in Italia? In attesa che arrivi (per rimanere) prepariamoci mentalmente e…
WhatsApp è l'app di messaggistica di gran lunga più usata al mondo ma alcune funzioni…
Tutti pazzi per gli oggetti Ikea, ma questo che costa soltanto un euro è il…